Regia di Vatche Boulghourjian vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2016
Avvincente ed intrigante film libanese sulla ricerca delle proprie origini, Tramontane del regista debuttante Vatche Boulghourjian racconta la storia di Rabih, un ragazzo libanese cieco, cantante e musicista in una corale in procinto per partire per una tournée europea, che, al momento della richiesta del passaporto, scopre che i suoi documenti sono stati falsificati, e che un fitto mistero avvolge la sua nascita. Rabih (interpretato dal bravo Barakat Jabbour, cantante non vedente come il suo personaggio) si rivolge dapprima alla madre ed allo zio militare dell'esercito con un passato da “eroe” (?) di guerra e capofamiglia in assenza del padre ignoto, che però gli forniscono una versione non del tutto convincente. Allora si rivolge poi agli amici e commilitoni dello zio durante la guerra civile e infine parte in un viaggio da un capo all'altro del Paese dei cedri. Ogni persona incontrata gli fornisce una versione diversa sulle sue origini che lo spinge a cercare oltre una inafferrabile verità.
La storia intima e personale del protagonista si intreccia con quella del suo Paese, sul passato sanguinoso della guerra civile che l'ha devastato negli anni 80 e su un presente in cui ancora la pace appare un miraggio anche e soprattutto a causa dell'incapacità di affrontare la verità sulla storia libanese, parendo più conveniente occultarla con una ragnatela di bugie e omissioni, come fanno i vari personaggi del film di fronte alle domande di Rabih, personaggio da una parte metafora della cecità di una società intera di fronte al proprio passato, dall'altra dell'instancabile sete di verità e quindi di giustizia che nonostante tutto ancora la anima.
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