Trama
Quando la settimana ebraica di lutto per il figlio scomparso giunge a termine, Eyal è atteso dalla moglie che vorrebbe spingerlo a ritornare alla normalità di tutti i giorni. Eyal, invece, stringe amicizia con un giovane vicino di casa scoprendo che esistono ancora ragioni per cui vale la pena vivere.
Approfondimento
UNA SETTIMANA E UN GIORNO: REAGIRE AL LUTTO
Diretto e scritto da Asaph Polonsky, Una settimana e un giorno racconta di come Eyal riscopra la voglia di vivere dopo la morte di suo figlio. Passati i sette giorni di lutto tipici dell'ebraismo per i parenti di primo grado, mentre sia moglie Vicky riprende le sue quotidiane abitudine, Eyal ha deciso di lasciarsi andare quando condividerà con un amico del figlio defunto, un giovane vicino di casa, un momento di libertà (e di erba) che gli permetterà di riscoprire come valga la pena vivere.
Con la direzione della fotografia di Moshe Mishali, le scenografie di Yoav Sinai, i costumi di Chen Oshri e le musiche di Ran Bagno,Una settimana e un giorno nasce dal desiderio di raccontare cosa accade il giorno dopo in cui termina la Shiv'ah, la settimana di lutto ebraica. Durante i sette giorni della Shiv'ah, amici e parenti a turno si avvicendano nella casa della famiglia in lutto per aiutarla, sostenerla e confortarla. La mattina del settimo giorno, però, tutti riprendono le loro normali esistenza e coloro che hanno perso una persona cara vengono lasciate da sole a fare i conti con il proprio dolore e i propri ricordi dopo una settimana di estraniamento totale dalle loro attività. A spiegare meglio la genesi del film sono le parole dello stesso regista: "Uno dei miei migliori amici ha perso la sua ragazza troppo giovane. Lei era molto malata e, nonostante sapessimo della sua condanna, la sua morte è stata una sorpresa e uno shock per noi tutti. Avevo visto il mio amico un venerdì sera e qualche giorno dopo mi ha chiamato per darmi la terribile notizia. Lo stesso giorno, un gruppo di amici è andato a far visita ai genitori della ragazza e all'amico in lutto. Erano tutti seduti senza parlare, in tali circostanze non c'è poi molto da dire. All'improvviso, uno di loro ha rotto il silenzio chiedendo se fosse rimasta dell'erba fumata a scopo medicinale dalla ragazza. La domanda ha lasciato tutti di sasso, sembrava incongrua in quel contesto e momento. Lo ricorderò sempre. Ho anche perso mia zia quand'ero piccolo. E facendo il confronto tra le due situazioni ho potuto notare che tutti hanno un proprio modo di trattare il dolore.
In Una settimana e un giorno, la madre Vicky e il padre Eyal reagiscono al lutto ognuno a modo proprio. Vicky vuole riprendere la sua esistenza dal punto in cui si era interrotta con la morte del figlio mentre Eyal ha deciso di disinteressarsi a tutto.Ciò genera una situazione tragicomica e assurda, che apre la porta per una storia in cui è facile passare dal riso al pianto e viceversa. Inoltre, l'amicizia tra Eyal e Zooler mi ha permesso di cimentarmi con uno stoner movie, ovvero con un film in cui due amici - in questo caso improbabili - fumano erba insieme".
Il cast
A dirigere Una settimana e un giorno è Asaph Polonsky. Nato a Washington nel 1983, Polonsky è cresciuto in Israele e ha all'attivo la produzione e la direzione di due cortometraggi selezionati al Jerusalem Film Festival e un film tesi, Samnang, presentato in diversi festival (tra cui il New York Film… Vedi tutto
Trailer
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Commenti (2) vedi tutti
L’esperienza del lutto di due genitori che hanno appena perso il figlio viene trattata con intelligenza, senso della misura, nessuna ombra di retorica dal regista Polonsky. Il quale, pur maneggiando un tema così drammatico e delicato, riesce a strapparci persino qualche sorriso. Voto 7/10.
commento di alexio350Bell'esordio per Asaph Polonsky, tra commedia drammatica e stoner! Originale la musica di Ran Bagno.
commento di vjarkiv