Regia di Mehmet Can Mertoglu vedi scheda film
L'ossessione di divenire genitori prosegue quando la coppia, presa la decisione di adottare un neonato, si appresta in tutti i modi a crearsi un finto album di foto che documenti una gravidanza in realtà mai esistita. Un film curioso, girato bene, un po' pasticciato o eccessivamente elaborato a livello di scrittura.
FESTIVAL DI CANNES 2016 - SEMAINE DE LA CRITIQUE
L'ossessione del non far sapere, l'ansia del divenire una famiglia tradizionale senza che nulla di anomalo possa trapelare.
Una coppia di Antalya composta da un professore di storia e da una casalinga, impossibilitata ad avere un bambino dopo molti tentativi andati falliti, si decidono ad adottare un neonato. Tuttavia si pongono il problema che nessuno venga a conoscenza della circostanza, in modo che il bambino, quando creserà, non venga a sapere di essere un figlio adottivo. L'esigenza diventa pian piano una vera e propria ossessione, dopo che lapremeditazione ha indotto la coppia a farsi fotografare con la donna che ostenta una panccia da gravidanza dissimulata, per disporre di prove concrete da fornire più avanti al figlio.
Circostanze bizzarre del destino, come un furto in casa durante il quale perderà la vita il ladro in fuga, riveleranno alla coppia che, nonostnte l'impegno, la circostanza dell'adozione è tutt'altro che un segreto di coppi. Espingendo dunque i due bizzarri genitori ad una fuga dai toni grotteschi e pure tragici.
Opera di certo curiosa ma anche stramba, questa del regista turco Mehmet Can Mertoglu, che si sbilancia tra commedia e grottesco senza riuscire a trovare una linea coerente. Ben diretto, forte di riprese singolari e sin acute (l'inizio nell'allevamento con la monta del toro è ironicamente pertinente e sagace), il film tuttavia dimostra delle lacune, o comunque almeno delle forti incertezze sulla cpacità di raccontare singoli episodi che tuttavia fanno da collettore per le dinamiche della vicenda: situazioni al limite dell'onirico (gli uffici ove tutti dormono come fossero svenuti o addirittura morti) e sviluppi repentini richiedono tempom troppo tempo per riuscire a trovare un collegamento con la vicenda cardine della storia.
La sceneggiatura, elaborata tra il grottesco e l'ossessione assurda, incespica un poco e penalizza una direzione sicura e di stile, che avrebbe merotato più linearità o coerenza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta