Regia di Joey Kuhn vedi scheda film
31° TGLFF - CONCORSO LUNGOMETRAGGI
Il ricco ed il povero: die estremi che si attraggono, sia fisicamente sia a livello di condizione sociale: il povero aspirante pittore, Charlie, che si perde tra le stanze di un appartamento signorile rimasto completamente appannaggio del suo amico coetaneo, da quando il ricco padre è stato arrestato con gravi accuse per le attività di esercizio fraudolento di gestione del risparmio altrui, ai danni di una moltitudine di incosapevoli risparmiatori ingannati e derubati.
Il figlio ricco, Sebastian, invece, ama la natura quasi bohemien del suo bell'amico, tutto talento e progetti di vita in grado di motivarlo e di accenderlo verso orizzonti di felicità che si poggiano sulla soddisfazione, più che sul successo, soldi e potere.
Un'amicizia che potrebbe essere un amore, essendo entrambi attratti fisicamente uno dall'altro, ma mai così consapevolmente e contemporaneamente spinti a far volgere verso quella sfumatura la tonalità ingannevole del loro rapporto.
Il giorno che Charlie si innamora casualmente di un musicista di piano bar che tuttavia riesce pian piano a sfondare nel mondo dei musicisti che contano, ecco che il ben più sicuro ed arrogante Sebastian si rende finalmente conto dell'occasione sprecata restando semplicemente "amico del suo coinquilino".
Un melò laccato ed azzimato che non riesce ad andare veramente a fondo delle cose che si prefigge di raccontare, e che vorrebbe essere di classe, ma che conduce il film, tutto incalzaro da smorfie, sorrisetti e piagnisti inutili, verso una concitata quanto banale rincorsa sentimentale che rende la storia avvincente come una telenovelas, ed incalzante come la più banale e stravista delle soap.
Insomma il film più imbarazzante, retorico e finto di tutto il concorso.
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