Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Le vicende del protagonista (il cui padre, apprendiamo dalla prima scena, era a sua volta rimasto ucciso in duello) si svolgono quasi per intero fra un duello e l’altro: nel primo vince sul campo, ma non ottiene il risultato che voleva (il rivale sposa ugualmente la ragazza contesa); nel secondo perde sul campo, ma si dimostra moralmente superiore al suo avversario. Il ’700 è così: le forme sono ancora abbastanza forti da regolare in modo ferreo ogni aspetto della vita, ma cominciano a mostrare le loro incrinature e si intuisce che stanno per essere spazzate via (nell’ultima scena viene inquadrato un documento datato 1789). Barry fiuta nell’aria la possibilità di ascesa sociale, il suo obiettivo viene dichiarato apertamente e ripetutamente: “decise fermamente di non decadere mai più dal rango di gentiluomo”, “decise da allora in poi e per sempre di vivere la vita del gentiluomo”. Il fatto è che, nel ’700 come probabilmente in ogni altra epoca, fra gentiluomo e delinquente non c’è poi una gran differenza. Fra la varia umanità che fa la sua apparizione lungo le tre ore del film è difficile imbattersi in qualcuno che sia migliore di Barry: madri intriganti, predoni da strada, soldati violenti, mogli fedifraghe, spie, giocatori d’azzardo, aristocratici vanesi, bambocci vigliacchi; anche il bambino, che pure dovrebbe essere l’immagine dell’innocenza, anche lui si dimostra un piccolo prepotente quando con i suoi capricci provoca la punizione del fratellastro. Ed è per questo che nel momento decisivo, quello in cui Barry ha appena compiuto l’unico gesto generoso e disinteressato della sua vita, siamo tutti lì a fare il tifo per lui: “Lord Bullingdon, visto che il signor Lyndon ha sparato a terra, considerate ora di aver ricevuto soddisfazione?” (dì di sì, stronzo, dì di sì) “Non ho ancora ricevuto soddisfazione” (ecco, lo sapevo che era uno stronzo). Ma non serve a nulla: come aveva predetto l’informatissimo narratore (che si permette la civetteria di rinunciare a ogni effetto sorpresa), il suo destino è quello di morire solo, povero e in esilio. Non ho ancora letto il romanzo di Thackeray, ma ho il forte sospetto che il film gli sia di gran lunga superiore: per dirne una, nell’originale non c’è nessun duello fra Barry e il figliastro, che invece muore fuori scena, combattendo contro i coloni americani.
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