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Kong: Skull Island

Regia di Jordan Vogt-Roberts vedi scheda film

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La recensione su Kong: Skull Island

di gerkota
6 stelle

Ma quante missioni suicide di sprovveduti a caccia di bestie di dimensioni enormi dovremo ancora vedere al cinema o in televisione o dovunque sia? Quanti cattivi, insensibili, ci dovremo sorbire sulle gigantesche orme dello scimmione più incompreso del mondo, il mitico King Kong?

 

scena

Kong: Skull Island (2017): scena

 

I film su questo culturista in pelliccia sono tantissimi, da non riuscire a contarli e a ricordarli tutti. Personalmente, come visioni in sala cinematografica, mi ritenni definitivamente soddisfatto a partire da una calda serata agostana del 1976 (avevo nove anni), quando al cinema parrocchiale di Marina di Campo, Isola d'Elba, andai a vedere, con la mia cuginetta che piangeva dalla paura e io non capivo perché, King Kong di John Guillermin, che aveva come eroi due giovanissimi Jeff Bridges e Jessica Lange. Di quell’episodio ricordo giusto l’iconica scalata della bestia sul grattacielo newyorchese, la bella bionda nella sua manona felpata e i caccia bombardieri che gli scaricano addosso tanto di quel fuoco da vincerci una guerra mondiale. Per il resto era abbastanza fedele alla storia originale.

 

 

Stavolta, recuperato in streaming, mi è toccato Kong. Skull Island e posso subito e senza remore affermare, che avrei potuto farne tranquillamente a meno anche se, alla fine, l’indubbia qualità degli effetti speciali dell’opera del semi-esordiente Jordan Vogt-Roberts (perlopiù documentarista e mestierante delle serie tv) m’impedisce di sconsigliarlo a tutti e di negargli la sufficienza minima. A fare da specchietto per le allodole a mio danno, la presenza nel cast in particolare di un attore che a me piace moltissimo, Samuel L. Jackson (Shaft, nel 2019) – qui obbligato a dare vita a un colonnello americano obnubilato dall’eccesso di zelo - ma anche del bravo e simpatico John C. Reilly (da me apprezzato anche nel recente I fratelli Sisters, 2019) – impegnato nei panni di un tenente rimasto sull’isola del teschio dalla seconda guerra mondiale al 1973, dopo esservi precipitato con il suo aereo.

 

Samuel L. Jackson

Kong: Skull Island (2017): Samuel L. Jackson

 

La sceneggiatura ci risparmia almeno la stravista deportazione del povero Kong nella civiltà con tutte le conseguenze che conosciamo e si concentra sul demenziale tentativo dei soldati di far fuori il maxi gorilla, senza capire che è proprio lui l’unico che li può difendere dalle centinaia di altre bestie abnormi che popolano quel luogo selvaggio. Naturale che Kong sia compreso e aiutato dalla bella e regolarmente bionda Mason (Brie Larson, Avengers: Endgame nel 2019) e dal prode capitano James Conrad (Tom Hiddleston, uno stipendiato fisso della saga di Avengers).

 

Tom Hiddleston, Brie Larson

Kong: Skull Island (2017): Tom Hiddleston, Brie Larson

 

Scioccamente sottoutilizzato il poderoso John Goodman (Boston - Caccia all'uomo nel 2016), l’unico che avrebbe potuto garantire, ad esempio, una venatura autoironica per sdrammatizzare, di tanto in tanto, questa vicenda filmica. Davvero troppo poco per restare impresso. Voto 6.

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