Regia di Jordan Vogt-Roberts vedi scheda film
Onesto ma effimero B-movie dal budget stratosferico, Kong: Skull Island è il secondo tassello della Warner Bros/Legendary al suo Monsterverse dopo il Godzilla di Gareth Edwards del 2014 (film che però nasceva con ben altre ambizioni rispetto a questo capitolo. E si vede!) e si manifesta alla fine esattamente per quello che è: un enorme giocattolone finanziato per promuovere un "brand" e quindi rigorosamente soggetto alla logica e ai cliché dei più moderni blockbusters hollywoodiani.
Un solido (!?) prodotto di intrattenimento privo di qualsivoglia velleità autoriale (e questo non è necessariamente un male, tutt'altro) ma in cui niente è suggerito o lasciato intendere ma, anzi, tutto è come urlato o sbattuto brutalmente in faccia al pubblico, caricato soprattutto visivamente di situazioni ed elementi anche riusciti e interessanti, non lo nego, ma che non sempre vengono gestiti a dovere.
Da un'ambientazione anni '70 così carica di suggestioni e di tematiche, a partire proprio dalla guerra del Vietnam e alle relative ferite inferte da questa alla nazione americana, fino alla stessa New Hollywood cinematografica che in patria muoveva i primi passi, omaggiata nel tipo di riprese, nelle atmosfere o nei colori e con un riferimento esplicito al film che globalmente le ripropone entrambe, ovvero quel Apocalypse Now di Coppola omaggiato a più riprese dalla pellicola di Vogt-Roberts a partire anche dalle locandine, fino a una colonna sonora talmente "cool" per quanto scontata ma comunque accattivante e, quindi, riuscita.
Nondimeno la pellicola diverte, in un modo anche strano ma comunque piacevole.
Ha un buon ritmo, non annoia quasi mai anche grazie ad una regia che, tecnicamente, risulta comunque di ottimo livello, ha una resa fotografica davvero ottima e di forte impatto, merito di James Fong e della sua capacità, già mostrata in BvS, di riuscire a sposarsi perfettamente con le immagini in digitale della CGI, e propone anche degli ottimi effetti speciali.
King Kong è realizzato benissimo e riesce a sembrare davvero di essere vivo.
Anche narrativamente è ben rappresentato: feroce e violento ma nel caso anche giusto e compassionevole.
Un vero Re dell'isola di Skull Island e in quanto vera forza della natura indifferente quando non infastidito della presenza dell'uomo (Come dice Marlow: "E' un buon Re. Se ne sta per i fatti suoi").
Purtroppo è il resto del film che, al contrario, non dimostra lo stesso affascinante realismo.
Anche la stessa Skull Island non mi ha particolarmente colpito. Affascianante e anche bellissima a vedersi ma manca di quel senso di meraviglia e di assoluta unicità che, ad esempio, aveva invece nella pellicola di Jackson.
Anche il cast, comunque interessante e potenzialmente un valore aggiunto del film, non viene sfruttato come dovrebbe (e potrebbe) a partire proprio dai suoi maggiori protagonisti, come Tom Hiddleston, un improbabile ex-SAS che sembra invece capitato lì quasi per caso, a Brie Larson, impalpabile fotografa pacifista ed ecologista, per finire poi a un paranoico e manieristico Samul L. Jackson o al disfunzionale Randa di John Goodman ma sono tutti i personaggi, nessuno escluso, a non essere pienamente valorizzati da una sceneggiatura che invece eleva i mostri o la stessa Skull Island a veri e soli protagonisti della pellicola.
Il personaggio migliore alla fine risulta quindi il surreale Marlow di John C. Reilly, forse in quanto ormai parte del mistero e delle meraviglie dell'isola stessa, ad essere l'unico personaggio ad avere un importante background, oltre ad essere il vero motore delle vicende narrate.
In realtà si può tranquillamente affermare che il film sia stato realizzato praticamente quasi senza nessun personaggio, solo delle "figurine", anche piuttosto stereotipate, prese da altre pellicole e adattatte per l'occasione e i bisogni del momento, ovvero per valorizzare i mostri e/o le caratteristiche dell'isola ma senza preoccuparsi di renderle importanti narrativamente.
Perpetuando un'abitudine purtroppo piuttosto radicata in molti dei blockbuster più recenti.
P.s. Credo che sia il primo film hollywoodiano di Kong che si conclude senza la sua morte. Potere del marketing!
PTT: 6,5
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