Regia di Jordan Vogt-Roberts vedi scheda film
Cinema fragoroso, forse un prequel o una rielaborazione tattica a fini speculativi e commerciali.Forte di scenari naturali doverosamente ricostruiti,ma realmente mozzafiato, un "flipperone" che si lascia vedere con il suo potere stordente, quasi anestetizzante, e grazie all’appeal di star date letteralmente in pasto alle belve fameliche
Bell’incipit: anno 1944: due aerei nemici si affrontano e si schiantano entrambi a poca distanza su un’isola selvaggia: un americano ed un giapponese, nemici di guerra, sopravvissuti alle rispettive rovinose cadute, si affrontano per avere uno la ragione sull’altro. Non è il remake del celebre film di John Boorman con Mifune vs. Marvin, ma potrebbe esserne una citazione funzionale e corretta.
Nel duello efferato, ben presto comprenderanno che il nemico è altrove, e dovranno lasciare da parte i reciproci asti ufficiali legati alla ragion di Stato per sopravvivere collaborando .
L’azione si sposta nel 1973, epoca post avventure lunari in cui l’uomo comincia a credersi padrone incontrastato almeno del proprio pianeta.
Ma studiosi eccentrici e spesso ritenuti folli, sono concentrati nei confronti di un nuovo arcipelago in mezzo al Pacifico, invisibile perché perennemente avvolto da nubi invalicabili, ove si ritiene che specie animali credute estinte sopravvivano assieme ad esemplari giganteschi di fauna attualmente presente nel resto del pianeta.
Grazie a forti pressioni una eterogenea spedizione che comprende marines, studiosi, fotografi e membri dell’informazione, oltre ad un abile ed esperto cacciatore, vengono riuniti ed imbarcati elicotteri per essere condotti all’interno delle lussureggianti vallate dell’isola.
La minaccia non tarderà a mostrarsi, le vittime cadranno come frutti maturi, il gruppo si scinderà in due nel cercare di portarsi in salvo. Incontreranno una popolazione indigena, il sopravvissuto di cui sopra, e comprenderanno che il vero nemico non è chi appare, ma qualcosa di ben peggiore.
Un regista poco noto come Jordan Vogt-Roberts diventa timoniere di una impresa destinata a rinverdire i fasti dell’epopea ripresa una dozzina di anni orsono felicemente niente meno che da Peter Jackson: il cinema odierno, con i suoi fragori e le innovazioni tecniche che gli permettono miracoli sempre più mirabolanti, ha bisogno con una certa ricorrenza di King Kong e degli altri mostri che da sempre popolano ed affascinano gli schermi del cinema più popolare.
Il film che qui ci occupa è effettivamente organizzato piuttosto bene, sia come ambientazione che come struttura narrativa: effetti straordinari che ci fanno dimenticare i soliti cliché usurati come la cattiveria ottusa dei soldati di fronte alla lungimiranza salvifica dei veri eroi.
Certo l’emozione a pelle di Jackson manca proprio, senza voler citate lo straordinario capostipite del 1933.
Cast importante e glamour, ove campeggiano e risaltano due eroi belli e biondi come Tom Hiddleston la stupenda Brie Larson, che nonostante tutto stavolta attizza l’interesse della belva solo a tratti (di ben altra finezza ed intensità risultava la relazione tra il mostro e la bella Naomi Watts.
Cinema fragoroso, forse un prequel....no anzi un sequel....nono, piuttosto un reboot, comunque non ne sono proprio sicuro, forse piittosto una rielaborazione tattica a fini speculativi e commerciali, forte di scenari naturali doverosamente tutti ricostruiti - ma realmente mozzafiato, e che riprende a tratti il canovaccio di The Great Wall di Yimou (i mostri preistorici che fuoriescono da un tunnel sotterraneo) e si lascia vedere con il suo potere stordente, quasi anestetizzante, e grazie all’appeal delle star date letteralmente in pasto alle belve fameliche.
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