Regia di Alex Kurtzman vedi scheda film
Buon inizio per il Dark Universe
Tutti insieme appassionatamente: le vecchie conoscenze “mostruose” della Universal cominciano qui ad essere protagoniste di un Universo Cinematografico a loro dedicato, il Dark Universe. La prima ad essere aggiornata e rivisitata è la mummia, figura maledetta appartenente all’antico Egitto e già tanto affrontata nella settima arte, da quella del ’32 di Boris Karloff all’Imhotep diretto da Stephen Sommers, e al contrario di questi ultimi è donna: Ahmanet, figlia del faraone, che stringe un patto con Seth, il dio della morte, per vendicarsi della mancata eredità del potere, dovuta alla nascita di un maschio. La sua tomba verrà trovata dal soldato/avventuriero Nick Morton, che oltre a dover affrontare la condizione di prescelto per la principessa dovrà fare i conti con un mondo di cui ignorava l’esistenza e che non può non gettarlo nella confusione e nello spaesamento. Si vede che le idee mancano, si vede che si torna sempre al passato, si sente sempre puzza di già visto, ma allo stesso tempo l’idea di far convivere in uno stesso mondo diverse leggende e miti dell’orrore ha del potenziale, potrebbe riservare molte sorprese, e soprattutto potrebbe, e deve, far avvicinare il “nuovo” pubblico a dei personaggi che un tempo facevano paura a tutti e ora vengono utilizzati a scopi comici (v. il mostro della laguna nera). L’ambizioso progetto è partito a mio parere in maniera molto soddisfacente, nonostante tutta la campagna pubblicitaria ingannevole, che ti fa credere di conoscere praticamente già tutto il film, ma che invece nasconde delle sorprese inaspettate e addirittura evidenti omaggi/citazioni del capolavoro di Landis “Un lupo mannaro americano a Londra” (ma non per il lupo). Le quasi 2 ore di durata non pesano, grazie al grande ritmo e alla mancanza di momenti inutili ai fini della trama o semplicemente morti, segni che gli autori hanno le idee chiare. Neanche è uscito in sala che i critici americani lo hanno già stroncato, altri lo hanno ritenuto un pasticcio e altri ancora hanno affermato che l’approccio con questo universo sia troppo affrettato e sbrigativo. Il trito e ritrito c’è sicuramente, ma il director Alex Kurtzman, a cui è stato affidato insieme a Chris Morgan il progetto, e gli sceneggiatori Koepp, McQuarrie e Kussman sono riusciti a realizzare un buon blockbuster di puro intrattenimento, che scorre in modo piacevole, nella prima parte ironico e avventuroso (davvero ben congegnata la scena dell’aereo), grazie soprattutto all’amico Vail (Jake Johnson), nella seconda più cupo e horror, tra morti viventi con le bende e cambi di personalità, con una colonna sonora di Brian Tyler che incrementa la tensione nelle ultime sequenze e gli ottimi effetti speciali di Dominic Tuohy. Il protagonista dei buoni è Tom Cruise, che offre un’interpretazione nella norma e non lontana dall’Ethan Hunt di “Mission Impossible”, ma qui più vittima degli eventi. La potente cattiva piena di geroglifici “tatuati” e con 4 occhi che dà il titolo è Sofia Boutella, ballerina algerina perfetta per questa parte, inquietante e molto arrabbiata. Poi c’è la brava Annabelle Wallis nel ruolo di Jenny Halsey, ma il migliore è senza dubbio Russell Crowe, alias Dottor Jekyll e capo dell’organizzazione Prodigium, che in assenza della sua cura mostra il suo lato malvagio nascosto. Un buon inizio dunque, che lascia ben sperare per la prossima tappa, prevista tra due anni: la Moglie di Frankenstein, e in generale per gli altri componenti “vecchi” di questo nuovo puzzle. Il logo della Universal che vediamo all’inizio, col pianeta terra, lascia spazio al titolo “Dark Universe”, con un’eclissi come sfondo: ne vedremo delle belle. Intanto i protagonisti del primo tassello intrigano.
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