Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
La fidanzata di un poliziotto civetta con un pittore; quando però lui la porta nel suo studio e le fa avances pesanti, lei reagisce e lo uccide involontariamente con un coltello. Le indagini vengono affidate al fidanzato, che capisce subito chi è il colpevole ma occulta le prove a carico della ragazza. Anche un tipo losco è al corrente dei fatti e inizia a ricattare la coppia; ma, sospettato a sua volta dell’omicidio, rimane ucciso mentre la polizia lo insegue. Thriller magistrale, che insieme a Il pensionante (1927) fonda gli archetipi del cinema hitchcockiano (fra l’altro vi compare per la prima volta il personaggio della bionda, qui la polacca Any Ondra): costruito sul confine incerto fra innocenza e colpevolezza, complicato dal conflitto fra dovere e amore, è chiuso da un lieto fine fittizio, con l’eroina scagionata per caso e con la beffarda risata di un clown dipinto che suggella l’intera vicenda. Ho visto il film in due versioni, una muta e una quasi interamente sonorizzata (in modo piuttosto goffo, almeno nell’edizione italiana): può quindi essere considerato un discrimine anche dal punto di vista tecnico.
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