Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
6 +; Ho avuto la fortuna di poter vedere questa rara perla del maestro della suspance e mi ci sono buttato senza esitazione. La fidanzata di un detective di Scotland Yard si lascia corteggiare da un pittore che, condottala nel suo studio, tenta di violentarla. Lei lo uccide con un coltello. Frank, il fidanzato cerca di scoprire la verità. Primo film sonoro di Hitchcock. Per meglio dire diciamo che il film originale nasce muto, ma in seguito furono fatte alcune registrazioni sonore da applicare all'ultima bobina del film. Hitch non fu per nulla soddisfatto del risultato e decise di tenere una doppia versione del film. Io ho visto (a Milano), grazie alla cineteca di Bologna che ne detenie una copia restaurata, la versione muta.
All'epoca del film Hitchcock aveva solo trent'anni, e per quanto si noti sicuramente l'età acerba e il periodo cinematografico, bisogna dire che il film non delude assolutamente. La trama fila benino, nonostante qualche pausa di leggera lentezza, ma quello che più di tutti si riesce a notare è come il regista parli già di un cinema fatto per immagini. E' muto, direte voi, e avete ragione: non ho visto molti film muti in vita mia e quindi mi manca qualche termine di paragone ma alcune riprese sembrano già sue anche ad un novello del genere: una su tutte la scena girata in sala da pranzo: coltello sul tavolo, ombra della mano che lo impugna, rievocazione dell'omicidio (anche questo mai mostrato e con qualche ricordo a Psycho, la mano sul muro e attaccata alla tenda), inquadratura del campanello della porta e poi veloce sulla protagonista che sbalza sulla sedia spaventata. Ecco un cinema più maturo di molti cinema del giorno d'oggi: pochi istanti, nessuna porola ma molti stati d'animo nel giro di qualche secondo. Il film è anche pieno di altre metafore cinematografiche o trucchetti da grande inventore: il Maestro dimostra di saperci fare grazie e soprattutto alle sue infinite capacità creative per venir fuori dai numerosi problemi che la tecnica/tecnologia di allora non aiutavano certo a risolvere. Ad esempio questo film rappresenta il primo esperimento di doppiaggio in presa diretta: Joan Barry prestò la voce all'attrice protagonista Anny Ondra per sopperire ai suoi difetti di pronuncia ma non potendo registarare "sopra", la doppiatrice si accomodò nella stanza accanto. Per chi ne avesse l'opportunità, assolutamente da vedere, se non altro per il suo autore, già maturo e distintivo di un genere che lascerà il segno negli anni.
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