Regia di Ridley Scott vedi scheda film
La prima mezz'ora non sarebbe malvagia come avventura spaziale su un pianeta alieno (se non fosse appesantita da toni inutilmente carichi di drammaticità): ricorda un po' certi B-movies anni '80 e passa piacevolmente. I problemi cominciano quando vuole collegarsi a Prometheus, perché oltre a non rispondere neanche a mezza domanda vanifica quei (pochissimi) spunti che il film precedente timidamente avanzava: le domande sugli ingegneri con annessi deliri creazionisti vengono letteralmente spazzati via con il genocidio dei cianotici pupazzoni, e tutta quella linea narrativa lascia il posto ad una riflessione sulla rivolta delle macchine vecchia come il cucco, con l'unico risultato di indurre sbadigli a ripetizione. Il personaggio di David si conferma scritto molto male, nel suo essere un robot stereotipato che gioca a fare il Victor Frankenstein della situazione filosofeggiando sull'esistenza con frasi preimpostate, ed a lui è riservata la parte peggiore: quella dove viene mostrata l'origine degli xenomorfi, che in pratica viene risolta con una supercazzola in cui si passa da degli insetti infestanti a uova già pronte per l'uso. Trovo poi singolarmente emblematici gli ultimi venti minuti (oltre che per il colpo di scena telefonatissimo) per il confronto impietoso col primo Alien: totale assenza di pathos, un mostro iconico che diventa una generica creatura extraterrestre un po' pittoresca, azione banale e ripetitiva. C'è sicuramente meno ridicolo involontario rispetto al precedente (per lo meno non sembra una puntata di X-Files...) ed in generale (grazie anche a scelte furbe fra colonna sonora ed inquadrature riciclate) si respira un po' di più l'atmosfera della saga, ma se l'origin story doveva essere questa preferivo non saperla.
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