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Alien: Covenant

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Alien: Covenant

di Furetto60
7 stelle

A cavallo tra horror classico e incursione nei grandi temi.

In un futuro prossimo venturo,l'astronave Covenant è in missione di colonizzazione,verso il pianeta Origae-6,presumibilmente confacente e compatibile alla vita umana,a bordo trasporta migliaia di embrioni,sui quali vigila  l'androide Walter e un piccolo equipaggio in stato di sonno criogenico, dovendo effettuare un viaggio di 7 anni. Un'improvvisa tempesta di neutrini,dovuta ad un violento brillamento  stellare,colpisce l'astronave provocando ingenti danni e la morte di 47 coloni, 16 embrioni, e quella del capitano Branson.L'equipaggio viene bruscamente svegliato ed  intercetta un segnale radio da un pianeta molto vicino, anch'esso simile come caratteristiche atmosferiche a quelle di Origa-6, facilmente raggiungibile e potenzialmente altrettanto valido per poterli ospitare.Così guidati dall'esperta Daniels,rinunciando al sonno artificiale,cambiano destinazione e atterrano su questo mondo,dalla vegetazione lussureggiante,ma privo di forme di vita animali,durante l'esplorazione,s'imbattono nel relitto  di una nave aliena, schiantata.Il gruppo,è seguito e assistito dal drone David, unico superstite della spedizione della Prometheus, identico nell'aspetto al sintetico Walter, anche se poi si saprà,modello molto più evoluto.

I membri dello sfortunato equipaggio, si scontreranno con  alieni xenomorfi, con conseguenze catastrofiche.

C’è una strana conversazione,un "incipit" metafisico del film, un passaggio che si colloca fuori dal racconto, come già descritto e anticipato in Prometheus,che fa decollare la storia ponendola in un territorio "alto"vicino a temi come  filosofia e fede, per accantonare momentaneamente il carattere del tipico horror,"da mostri" che aveva caratterizzato il film originale e alcuni dei suoi sequel.

Tuttavia Alien Covenant, come molti dei suoi predecessori, riprende  in pieno il canovaccio originale,con tutti i suoi stilemi più classici;la procedura attraverso la quale questi alieni "nascono e crescono fino a prorompere” una delle invenzioni più geniali, anche se priva dell’effetto sorpresa di una volta,poi lo stillicidio dell’equipaggio umano, il consueto  meccanismo di toccata e fuga dello xenomorfo, fino alla grande sfida, la caccia estrema,la resa dei conti finale,uomo vs alieno, come sempre la parte più intrigante,il marchio di fabbrica, ancora capace di regalare alcune delle migliori scene di azione e di grande suspense. Su questo impianto Scott, poi prova ad innestare, l’altro tema, quello più profondo, quello antropologico ed esistenziale, proseguendo il discorso avviato con Prometheus :chi sono gli Ingegneri?sono Dei ?ci hanno creato loro?perché poi ci  vogliono distruggere ?e gli androidi hanno sentimenti e libero arbitrio?,Il regista,ambiziosamente,punta  in alto  interrogandosi  sui massimi sistemi,su creatori e creati,sui grandi dilemmi ed enigmi dell’umanità, chi siamo?, da dove veniamo?Dove andiamo?

Ovviamente restano sospesi, in attesa di un nuovo sequel.

 

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