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Alien: Covenant

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Alien: Covenant

di will kane
7 stelle

Per Ridley Scott, la massima pericolosità, o espressione del Male, si definisce in stanze asettiche, eleganti, con musica di qualità, in un'atmosfera di nudo Potere e gelida raffinatezza, in cui non viene tenuto conto alcuno nè di coscienza, nè di sentimenti: l'avvio del sequel di "Prometheus", cinque anni dopo, presenta l'androide David a confronto con il suo inventore Weyland, che discettano di Wagner, Creazione e conseguenze. Poi ci ritroviamo nello spazio, sull'astronave "Covenant", investita da una tempesta elettromagnetica, custodita dal robot Walter, versione nuova della creatura biomeccanica, con le stesse sembianze (Michael Fassbender): ci sono oltre 2000 coloni ibernati, sul velivolo intergalattico, ed un equipaggio, tutto formato da coppie, per giungere ad un pianeta da cui, quando Walter deve svegliare la squadra di controllo, distano sette anni di viaggio. Distratti da un segnale che arriva sotto forma di musica, interpretato come una richiesta di aiuto, i viaggiatori della "Covenant" optano per fermarsi sul posto di provenienza del suono, che ha, per molti versi, caratteristiche di piena vivibilità: ma come sappiamo, al sesto appuntamento con le creature originate da Dan O'Bannon nel 1979 ( senza contare i due "Alien vs. Predator", s'intende), le strade dell'Inferno cosmico sono lastricate di buonissime intenzioni.... Dopo la "mayonese impazzita" di "Prometheus", in cui ogni cosa, sulla carta, avrebbe dovuto funzionare a meraviglia, da un cast impressionante, a effetti di alto livello, considerando anche il ritorno di Ridley Scott al timone, ed invece una sceneggiatura con troppe falle, salti di logica, esagerate inverosimiglianze ( sì, anche per un film di fantascienza), rese il kolossal sostanzialmente non riuscito, il regista che dette il via alla saga ha realizzato un sequel molto più convincente. La mossa vincente di Scott è scegliere un relativo basso profilo, allestendo questo film, comunque dalle grosse proporzioni, come un "b-movie" aggressivo e teso, senza attori celebri, escluso Fassbender, che gioca il dualismo dei due androidi cui dà volto con abile scioltezza, con una prima parte che ci mette poco ad adottare il giusto passo per tenere lo spettatore sul chi vive, e con molta azione, per poi far seguire un prosieguo in cui molto si spiega, ed un'aura lucidamente orrorifica, con tanto di scienza folle ( che fa tanto "Frankenstein") finalmente chiarisce come un organismo tanto spietato quanto perfetto come  Alien sia nato. Si proverà, molto probabilmente, una sensazione di dejà-vu di fronte a qualche sequenza, ma il capitolo più ambientato in esterni della serie vive di gustose citazioni, compresa un'aggressione sotto la doccia che rimanda a analoghe sequenze da slasher-film alla "Nightmare" o alla "Venerdì 13": sul piano pauroso, insieme al primissimo capitolo del '79, è l'episodio più violento, e, senza voler rivelare troppo, più pessimista dell'intera saga. 

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