Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Lontano dai fasti dei primi episodi, Scott realizza ancora della buona fantascienza
Scott, in questo "sequel" del "prequel" della saga, prova a raccontare qualcosa di diverso, il dilemma della creazione come gesto supremo di affermazione e ragione della propria esistenza e delirio di (omni)potenza, ed il conseguente rapporto fra creatura e creatore . A porsi il dilemma è un robot (Walter/Fassbender), la cui figura fa da ponte con 'Prometheus", vero episodio spartiacque della saga , a cui questo " Covenant" fa riferimento più e più volte.
Dicevamo, paradosso questo del robot, che reclama il proprio spazio in una saga che ci aveva abituato a tali dilemmi "alieni" (vedasi Aliens Scontro finale e "Alien la clonazione"). Nel farlo si conferma creatore di mondi ed immaginari, con un attenzione maniacale ai dettagli ed una coerenza nella messa in scena che ha pochi eguali; certo, la storia è sempre quella: navicella spaziale in missione approda su un pianeta alieno con conseguente invasione dei neomorfi (dicasi Alien), ma il cambio di direzione imposto dalla sceneggiatura è efficace, seppur apparentemente farsesco, con gli Alien che ricoprono questa volta un ruolo non di primissimo piano. Un po' fastidioso Fassbender , il resto del cast per la maggior parte anonimo eccetto Katherine Waterstone, eroina con le palle, destinata a ricalcare le orme della mitica Sigourney, non con la stessa efficacia.
Ah dimenticavo, "gore" pesantino che poco aggiunge. E che cavolo.
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