Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Bolle d’aria sott’acqua, immagine opaca di un mare che sarà l’assoluto protagonista dell’ultimo film di Win Wenders che gioca con l’aspro potere del contrasto, narrando due storie legate da un sottilissimo filo che è poi quello del destino.
James e Dany sono due facce della stessa medaglia, si incontrano per caso e si innamorano subito ma il sentimento forte che li lega altro non è che una scusante per raccontare l’abisso in cui può sprofondare l’essere umano con o senza la volontà di farlo.
Così ogni sequenza diventa un’alternarsi di riprese differenti e complementari, con l’utilizzo di una palette di blu e grigi, conditi da un giallo ocra che, in base al loro utilizzo, creano sensazioni totalmente differenti.
E se la drammaticità che aleggia nell’area sembra essere una costante, inizialmente la sensazione di fondo che si prova è avvolgente. Tra le panoramiche e ampie inquadrature della Normandia, Wenders ci fa conoscere i due amanti. Ci invade di scene rilassanti, ci culla con le dolci ombre di luci di candele e attraverso il suono di dialoghi sussurrati ci trasmette un senso di protezione che sarà vano.
Ben presto, ad opporsi alla bellezza di questi luoghi sarà la cattiveria umana; così i panorami diventano aridi, la luce si spegne, e l’abisso si palesa davanti a noi; e sembra di essere di fronte ad una tragedia di Shakspeare, dove il destino diventa crudele e l’amore fatale.
Violenza e delicatezza, nelle figure antagoniste di Danny e James, destinate, forse a non amarsi mai, si alternano sullo schermo non senza forzature, fino al bianco totale che sullo schermo si spande azzerando tutto. E se sentimentalmente questo lavoro di Wenders non sembra entrare nelle vene, qualcosa in testa lo lascia e la sensazione è quella di aver assistito ad un dramma-semiserio dal finale non definito.
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