Trama
Re Nicolas III del Belgio è in missione a Istanbul con il suo entourage e il regista britannico Duncan Lloyd ha ricevuto il compito di girare un documentario destinato a far risaltare la sua immagine. Nel frattempo, la Vallonia, regione meridionale del Belgio, dichiara la sua indipendenza e il regno crolla. Il re deve subito rientrare in patria ma il cosmo decide diversamente. Una tempesta solare colpisce la Terra causando la chiusura dello spazio aereo e il crollo dei sistemi di comunicazione. Ha inizio così la lunga odissea che porterà Nicolas III ad attraversare i Balcani.
Approfondimento
UN RE ALLO SBANDO: RISVEGLIARSI NEL MONDO REALE
Scritto e diretto da Jessica Woodworth e Peter Brosens, Un re allo sbando è un road movie su un re apatico che si risveglia nel mondo reale.
Il re Nicolas III è una persona sola, che ha la netta sensazione di vivere una vita non sua. Insieme a un regista inglese, Duncan Lloyd, incaricato dal Palazzo di ravvivare l'alquanto ingrigita immagine della monarchia, parte per una visita di Stato a Istanbul. Proprio allora arriva la notizia che la Vallonia, la metà meridionale del Belgio, si è dichiarata indipendente. Il re non si perde d'animo e decide di tornare di corsa per salvare il suo regno. E per una volta, dichiara, se lo scriverà lui stesso, il suo maledetto discorso. Ma proprio mentre stanno organizzando il rientro, si scatena una tempesta solare che mette fuori uso le comunicazioni e il traffico aereo. I telefoni non funzionano più, gli aerei restano a terra. A peggiorare le cose, la sicurezza turca respinge seccamente la proposta del re di tornare via terra. Il re non ha, però, nessuna intenzione di aspettare che la tempesta finisca. Lloyd, fiutando l'occasione di una vita, si inventa un piano di fuga talmente assurdo da prevedere abiti fiorati e cantanti bulgare. È così che ha inizio questa Odissea attraverso i Balcani sotto mentite spoglie, un viaggio carico di imprevisti, incontri inaspettati e momenti di pura euforia.
Con la direzione della fotografia di Ton Peters, le scenografie di Sabina Christova e i costumi di Eka Bichinashvili e Claudine Tychon, Un re allo sbando è un anomalo road movie, come spiegano i due registi: "Un vulcano in Islanda erutta e tra noi nasce un'idea: mettiamo un re belga a Istanbul, con una catastrofe naturale e una crisi politica in atto, e poi lanciamolo in un rocambolesco viaggio a piedi verso casa, in incognito, pieno di contrattempi, rese dei conti e momenti di gioia. Ovvero, il dislocamento come essenza della commedia.
La vera sfida è stata quella di trovare il modo di raccontare una storia così… Il Palazzo Reale affida a un inglese, Duncan Lloyd, il compito di donare un nuovo splendore alla ormai sbiadita immagine del re. Nicolas III è un'anima solitaria che si lascia trasportare dai doveri del protocollo ed è per lo più tenuto in disparte. Questa sua inaspettata avventura attraverso i Balcani lo stimola a mettersi in discussione e a riconsiderare il proprio, problematico, posto nel mondo: non è altro che un essere umano, ma è anche un re. Cosa dovrebbe o potrebbe fare in un momento tanto delicato?
L'obiettivo della telecamera di Lloyd è l'unico filtro che si frappone tra lo spettatore e questi sei straordinari giorni nella vita di un re.
E che dire del Belgio, un piccolo e complicato Paese, specializzato in surrealismo e compromessi? Le contraddizioni nel nostro minuscolo regno e gli crisi sempre più profonda per l'identità dell'Europa erano una fonte supplementare di ispirazione. Ma il tema politico rimane secondario nel film rispetto alla trasformazione interiore del re, che inizia a gustare l'anonimato e a scoprire i propri veri desideri.
Al fine di valorizzare l'autenticità e la spontaneità nella recitazione abbiamo spesso esortato gli attori a improvvisare. E abbiamo ripreso le scene in ordine cronologico. Le situazioni che si vengono a creare diventano mano a mano più stravaganti, pur restando piacevolmente credibili. Tutto questo è Un re allo sbando, un road movie in stile falso documentario su un caparbio monarca, profondamente perso nei Balcani".
Il cast
I registi Jessica Woodworth e Peter Brosens sono entrambi noti per i loro documentari ma il vero successo di critica lo hanno ricevuto per i tre lungometraggi diretti e prodotti insieme: Khadak (vincitore del Leone del futuro 2006), Altiplano (Settimana della critica a Cannes 2009) e La quinta stagione (Gara… Vedi tutto
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Commenti (6) vedi tutti
una commedia talmente buffo che qualche risata lascia.. ma è più noioso che divertente.. l’interpretazione tutto sommato è buona..voto 5
commento di nicelady55Il film, molto applaudito al festival veneziano, procede in modo alquanto sgangherato e, al di là di ogni plausibile lettura, oscilla fra registri narrativi abbastanza incerti, ciò che appesantisce spesso il racconto, che pure è interessante e intelligente, e che spesso, a tratti, è spiritoso e divertente.
leggi la recensione completa di laulillaPer me è stato veramente estenuante arrivare fino in fondo: se proprio si vuole ancora girare mockumentary, che erano stupidi già 10 an almeno bisognerebbe metterci dentro idee, ritmo, inventiva. Qui solo i luoghi comuni, l'uso insopportabile della cinepresa, un finto umorismo che è sempre scontato e sguaiato. Incomprensibile la sua uscita in sala.
commento di brian77UN PO' MAGRITTE, UN PO' ROAD MOVIE! Attraverso ironia, comicità dell'assurdo, un pò Beckett, un pò Ionesco, questo intelligente film nasconde, come spesso avviene attraverso la risata, tristi verità e attualità contemporanee.
leggi la recensione completa di gaiartRe decaduto. Impeccabile come sempre. Ma il suo mezzo sorriso ha assunto un significato nuovo.
leggi la recensione completa di OGMLa surreale avventura di rientro a casa del re del Belgio, uomo triste e riservato che tenta di modificarsi il carattere e risultare brillante. Divertente piccola commedia garbata e strappa consensi.
leggi la recensione completa di alan smithee