Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Kolossalino italofrancese, lungamente covato da Scola, che lo aveva ipotizzato già ai tempi della "Terrazza" (dove Serge Reggiani muore appunto sulle scenografie di un film dal romanzo di Gautier). Si tratta di un film nel quale i personaggi sono scritti piuttosto bene e piuttosto bene anche recitati, ma nel quale la trama procede lentamente, lasciando un'impressione di scarsa fluidità, dove, qua e là, emerge anche la noia. E' uno dei rari film in cui la recitazione della Muti è misurata e ad un livello di sicura sufficienza, anche se il migliore rimane, secondo me, Troisi, che sa personalizzare ed adattare alle proprie corde il personaggio di Pulcinella. Scola pone l'accento del romanzo sulla tematica della vocazione teatrale e, più genericamente artistica. L'artista è questo e basta: anche la vita, a un certo punto, cede il passo. Così, il giovane Sigognac, chiamato a sostituire il defunto Matamoros, rinuncia all'amore per seguire una carriera d'attore tutt'altro che sicura. Uno Scola a metà strada tra i suoi capolavori degli anni Settanta e la decadenza dell'ultimo decennio del Novecento.
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