Regia di Rupert Sanders vedi scheda film
Premettendo che non conosco bene il lavoro originale di Masamune Shirow, fare un adattamento di un manga o di un anime famoso come Ghost in the Shell è un'arma a doppio taglio. Puoi basarti su un universo già definito (immagini e idee sono già tutte stampate su schermo o carta) ma in ogni caso ogni creazione sarà paragonata proprio con il materiale originale. Il regista ha tentato di non fare la "solita" versione hollywoodiana live action, anche se il (controverso) casting è stato criticato a più non posso. Ne è nato un film violento e pieno di azione, commercialmente appetibile grazie alla presenza di Scarlett Johansson. Il regista cerca di convogliare l'umanità e la spiritualità attraverso le connessione tecnologiche, cercando un tutt'uno tra anima e cyborg. Non era facile evitare di assomigliare troppo ad universi cinematografici e televisivi già esistenti (ovviamente Blade Runner, The Matrix e Westworld). E' molto evidente come Rupert Sanders abbia fatto buon uso di animatronics, trucco prostetico, ha costruito molti set e realizzato pochi ambienti full green screen.
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