Trama
Major è un singolare ibrido umano-cyborg delle operazioni speciali a capo della task force d'élite Section 9. Dedicato a contrastare i più pericolosi criminali ed estremisti, Section 9 affronta un nemico il cui unico obiettivo è eliminare gli sviluppi di cyber tecnologia della Hanka Robotic.
Approfondimento
GHOST IN THE SHELL: DA UN MANGA DI SHIROW MASAMUNE
Diretto da Rupert Sanders e sceneggiato da Jamie Moss, Ghost in the Shell è ambientato in un futuro prossimo e racconta la storia di Major, una donna che, salvata da un terribile incidente, è stata migliorata in maniera robotica per divenire un soldato perfetto da usare per fermare i criminali più pericolosi del mondo. Quando il terrorismo raggiunge un nuovo livello che include anche la capacità di prendere il controllo delle menti umane, Major è chiamata a entrare in azione. Mentre si prepara ad affrontare un nuovo nemico, scopre però un dettaglio non di poco conto, una bugia che riguarda il suo passato: la sua vita non è stata salvata ma rubata. Determinata a riprendersi il suo passato, dovrà scoprire chi le ha fatto ciò e fermarlo prima che possa farlo anche ad altri.
Con la direzione della fotografia di Jess Hall, le scenografie di Jan Roelfs, i costumi di Kurt & Bart e le musiche di Clint Mansell, Ghost in the Shell si basa sull'omonimo manga scritto e illustrato da Shirow Masamune. Ambientato in un futuro in cui il confine tra uomo e tecnologia è sempre più labile, il manga con protagonista Major, primo esperimento di fusione tra essere umano e cyborg a capo della Sezione 9 (creata per combattere la criminalità), è stato pubblicato per la prima volta nel 1989, incontrando i favori di fan e critica che da sempre hanno spinto per la realizzazione di un lungometraggio a esso ispirato. Al soggetto negli anni si sono avvicinati registi come Steven Spielberg, James Cameron e i fratelli Wachowski, tutti interessati a mettere in evidenza le questioni filosofiche la storia solleva. Come sottolinea il produttore Avi Arad, "Ghost in the Shell è ambientato in un futuro prossimo ma le domande filosofiche ed etiche che pone interessano anche il momento storico in cui viviamo noi. Dopotutto, tratta di ciò che ci definisce come individui e pone la nostra storia personale contro le nostre azioni. Il tutto condito da un sfondo di grandi scene d'azione". Ad avere la meglio sull'acquisto dei diritti per la trasposizione cinematografica del manga è stata nel 2008 la DreamWorks di Spielberg, spinto dalla passione che la figlia aveva nei confronti della storia.
Il cast
A dirigere Ghost in the Shell è Rupert Sanders, regista inglese. Nato a Westminster nel 1971, Sanders è stato scelto dai produttori per la visionarietà mostrata con la sua opera prima, Biancaneve e il cacciatore. Al suo secondo lungometraggio, il regista si è dichiarato un appassionato sia del manga sia del… Vedi tutto
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Commenti (17) vedi tutti
Agonizzante. Kitano gigante a sè
commento di monsieur opalDall'animazione al film... tutto perfetto!! 10
commento di BradyDannatamente cyberpunk come piace a me!
commento di zooropaOnesta trasposizione del celeberrimo manga di Masamune Shirow. L'anime resta però il punto di riferimento.
leggi la recensione completa di alfatocoferoloAltro sequel/remake impossibile... Per fortuna l'approccio è abbastanza rispettoso e il film si lascia guardare. 6,5 SCENOGRAFICO
leggi la recensione completa di luca826Visionario tentativo di gettare un ponte tra cyber ed esistenzialismo, ma i personaggi principali sono l'ambientazione e gli effetti. Non mi sono piaciuti: le strade vuote durante l'azione, la cgi troppo "pulitina" e la predilezione per il movimento rispetto all'introspezione, fino a limitare la possibilità di identificarsi. Voto 6.
commento di ezzo24Inizialmente pesante si lascia poi seguire con crescente trasporto, molte scene sono state riprodotte fedelmente all'opera originale, altre offrono qualche spunto maggiore anche se il tutto viene comunque a mancare della sua profondità iniziale. Globalmente ben realizzato.
commento di ValekUn giusto atto di riverenza al capolavoro inarrivabile di Oshii, molto semplificato nei contenuti con una serie di chicche piacevoli; l'aspetto sul quale si doveva fare di più è la regia; le coreografie d'azione sono deboli, con un uso antiquato e molesto dello slow motion
commento di AndreaVenutiEffetti speciali numerosi,ma non invasivi,la storia e' quella che e',ma il film si lascia vedere...con una Johansson da urlo.
commento di ezioModesta trasposizione cinematografica del'omonimo "manga"
leggi la recensione completa di Furetto60Action banale anche se fatto molto bene.
leggi la recensione completa di tobanisse non ci si aspetta di più da quello che una rivisitazione blockbuster di un capolavoro dell'anime sci-fi può realisticamente restituire, non si rimane delusi. Oshii è un'altra cosa, ma la regia è solida, la scenografia tra Hong Kong e Shanghai efficacissima, la soundtrack se dio vuole non stordente e il viso della Johansson è iconico.
commento di giovenostaBel film, ma, altra cosa è l'anime (che è un capolavoro) forse, come ben commenta nelle recensioni M Valdemar, è meglio non fare confronti e coglierne i meriti, che non sono pochi vista l'altissime probabilità a priori di andare verso un fiasco (data la complessita della storia).
commento di gac"Tu sei la prima di una nuova specie." "Lei non sa quanto mi fa sentire sola questa cosa."
leggi la recensione completa di champagne1Il maggiore-Scarlett in un crescente conflitto interiore tra il non suo schell ed il suo ghost che combatte il cyber-crimine e scopre la verità sul suo passato umano per proiettarsi verso il suo futuro da cyborg.
leggi la recensione completa di dambiaDa un anime culto di metà degli anni'90, un cine-fumetto americano dove Scarlett Joansson smette i panni della Vedova Nera della Marvel Comics per indossare quelli di uns malinconica ragazza-robot che combatte in terrosrimo cyberpunk in un futuro non molto lontano. Il risultato è un mix fra Blade Runner, Matrix, Ninita e Il Quinto elemento.
leggi la recensione completa di Marco PoggiLa trasposizione americana del celebre manga che ha fatto epoca, punta sulle grazie burrose ed ampiamente evidenziate di una Johannson in lattice color pelle.Le vedute della metropoli sfavillante di colori e di cemento che sfida la gravità,non riescono proprio ad emozionare ed il film si riduce ad un corretto e ritmato veicolo da intrattenimento.
leggi la recensione completa di alan smithee