Regia di Roberto Bianchi Montero vedi scheda film
Roberto Bianchi Montero, attivo dagli anni Quaranta, ha sperimentato quasi ogni tipologia di genere dirigendo dai melodrammi alle spy stories, dagli spaghetti western alle pellicole erotiche che hanno contraddistinto la fase finale della sua carriera, nella quale si situa questo Savana violenza carnale. A dispetto del titolo però non si tratta nè di un nuovo capitolo della saga infinita dei mondo-pseudodocumentari (sarebbe facile accostarlo all'orrido Savana violenta di Antonio Climati e Mario Morra, del 1976), nè di un cannibal, nè tantomeno di una produzione erotica tout court: bensì siamo di fronte a un moscio ibrido dei tre filoni, che mescola - nella sceneggiatura firmata da Piero Regnoli, da Jaime Comas Gil e dallo stesso regista, autore anche del soggetto insieme ad Angelo Faccenna - con scarsa perizia un'ambientazione esotica con accenni sexy su un impianto avventuroso non privo di qualche sbavatura verso l'horror sanguinolento. Nulla di particolarmente incisivo, in ogni caso. Difficile anche entusiasmarsi per il cast, composto dalla coproduzione italo-spagnola pescando fra le seconde e le terze linee delle rispettive scuderie nazionali: al di là di quello di Aldo Sambrell, sui titoli di testa non passa alcun nome degno di rilevanza (Rosa Gloria Vasquez, Giuseppe Scarcella, Gil Roland/Gilberto Galimberti, Frank Brana, più l'americano Edward Clark). Nel 1979 il cinema di genere ha esaurito i mezzi, sicuramente, ma anche le idee latitano, a vedere opere come questa. 2/10.
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