Regia di Boo Junfeng vedi scheda film
Perché ti sei arruolato in polizia? Perché voglio aiutare chi ha sbagliato a riabilitarsi.
Aiman, dopo una adolescenza inquieta, ha deciso di mettere la testa a partito. Dopo due anni di arruolamento nell'esercito, trova un impiego nella Polizia penitenziaria, dove viene notato per il suo equilibrio. Pertanto è a lui che viene proposto di affiancare l'addetto che somministra la pena capitale ai condannati, il che a Singapore significa 'impiccagione'.
Aiman è da una parte lusingato di tale preferenza, dall'altro quel compito non è esente da riflessioni e tormenti, anche perché suo padre - e questo è il suo grande segreto - fu condannato a morte anni prima e lui non lo ha mai rivelato ad alcuno dei suoi colleghi. Quando il segreto viene scoperto dal suo superiore, Aiman non solo rischia di essere esentato da quel compito, ma addirittura di venire messo sott'accusa per aver mentito nella domanda di assunzione in polizia.
Gli ultimi colpi di scena finali creeranno un pathos crescente per arrivare infine ad un epilogo spiazzante.
Coprodotto dal Torino FilmLab, dopo il passaggio a Cannes 2016, il film è approdato anche al TFF 34.
Ciò che vuole comunicare il Regista è che fare un film sulla pena di morte può essere facile in Europa o a Hollywood, dove esiste una coscienza civile che ha ormai definitivamente rigettato tale pena; ma appare molto più complesso invece realizzarlo in un Paese in cui il 90% della opinione pubblica la considera un'efficace deterrenza al crimine.
Boo Junfeng ha scelto perciò la via del racconto di una storia di vita, dei tormenti e delle sofferenze di un giovane e del suo difficile rapporto con la memoria del padre e con le emozioni che essa gli procura: tra la rabbia per l'essere stato abbandonato al ricordo del dolore della perdita.
E così, evitando di proporre tesi precostituite, il Regista conduce lo spettatore a osservare tutta la evoluzione del personaggio del protagonista fino ad arrivare all'ultima e angosciante scena finale.
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