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Goksung - La presenza del diavolo

Regia di Hong-jin Na vedi scheda film

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La recensione su Goksung - La presenza del diavolo

di champagne1
7 stelle

Laddove scienza e superstizione hanno la stessa autorevolezza, la morte violenta di alcuni abitanti del villaggio fa propendere le indagini ad un problema di abuso di funghi tossici che fanno impazzire chi li assume che arrivano a sterminare la propria famiglia. Ma altrettanto forti sussistono anche ipotesi che tirano in ballo uno straniero che vive sulle montagne e mangia carne di cervo appena ucciso.

 

Mentre la Polizia coreana si muove a tentoni, il goffo e pauroso agente Jong-Go finisce con l'essere al centro di tutte le vicende, anche perché incontra la matta del villaggio che gli fa notare su una scena del delitto particolari sfuggiti alle indagini.  Ma dopo la fase in cui ha solo osservato le cose dall'esterno, ecco che si accorge che la sua piccola figlia comincia a manifestare gli stessi sintomi premonitori della pazzia che ha colpito le altre vittime...

 

La lotta suprema fra il Bene e il Male si articola in quello che per noi è un remoto villaggio ai confini del mondo, ove potremmo essere nel Medioevo, se non fosse per i cellulari, le macchine fotografiche e i Suv.  Ma le sequenze di questi paesaggi naturali così selvaggi  associate alle immagini delle abitudini locali piene di rituali fanno risaltare la potenza di quel misto fra culture arcaiche e superstizione.

 

Il Regista riesce a tener viva la trama per due ore e mezza, cambiando spesso registro narrativo e ricorrendo al gioco di aggiungere - come in ogni thriller che si rispetti - solo gradualmente elementi alla trama, che quindi solo alla fine può essere decodificata.

Cosicché finisce che lo spettatore più volte ha la sensazione di essere all'epilogo della vicenda, per poi vederla ricominciare con un nuovo filone che sconfessa le conclusioni precedenti fino all'arrivo dello sconvolgente vero finale.

 

E intanto ci accorgiamo che il Male è unico ma ha tante forme, spesso andando ad adattarsi al pensiero e alla cultura delle proprie vittime (un satiro per le culture naturalistiche, un demonio per quella cristiana, un fantasma per altri ancora).

Ma nel film il Male è anche la metafora del diverso da noi, dello straniero che ci sta vicino, ma non condivide con noi le stesse radici culturali, creandoci disagio.

 

Grande successo al botteghino, distribuito addirittura dalla 20th Century Fox.

 

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