Regia di Hong-jin Na vedi scheda film
Il cinema coreano è fra i miei preferiti, nell'emisfero orientale. Superiore, secondo me, anche a quello giapponese. Detto questo, stimolato anche da altisonanti recensioni, mi sono apprestato con ottima predisposizione a gustarmi questo thriller/horror, aspettandomi cinema di genere, ma solido come una roccia. Purtroppo, fin dalle prime battute, ho capito che questo "The Wailing" ("Il Lamento") non avrebbe fatto al caso mio: atmosfera noir, con fango e pioggia continua, (ma quanto piove in Sud Corea?! Credo di non aver mai visto un film coreano senza acquazzoni quasi perenni), e fin qui nulla di male, ma personaggi che da subito mi sono sembrati macchiette, insieme a un plot che è virato rapidamente verso l'horror, le possessioni diaboliche, i fantasmi. Che noia. A dipanare una trama che ambiva a trascinarmi in catene per tutti i suoi 156 minuti, e che ho spezzato dopo un centinaio, dandomi alla fuga verso la Corea Del Nord, ci sono due imbecilli, due poliziotti che paiono Gianni e Pinotto, con occhi sgranati, espressioni ebeti ad ogni squartamento, tanto da risultare involontariamente comici, non aiutati, ma questo non è colpa loro, dal coreano, che li rende ancora più buffi. Quello che manca a questo film, è la proverbiale qualità, l'attenzione al dettaglio, che sono, da sempre, il fiore all'occhiello di questa cinematografia: quello che ho visto l'ho trovato commerciale, americano, una sceneggiatura già pronta per qualche mestierante di Hollywood. Non c'è spessore, forza, novità: c'è solo accumulo di cadaveri, urla, pioggia e confusione. Un film inutile, per quel che mi riguarda. Pazienza.
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