Uno sconosciuto arriva in un villaggio. Da quel momento, iniziano a susseguirsi strani eventi la cui causa è da ricercare secondo la polizia nell'avvelenamento da funghi selvatici. Varie voci additano invece lo straniero come colpevole. L'agente di polizia Jong-Goo inizia a credere ai pettegolezzi dopo avere conosciuto Moo-Myeong. Quando sua figlia Hyo-Jin presenta gli stessi sintomi delle altre vittime, Jong-Goo chiede l'aiuto di uno sciamano.
Il talento di Hon?g-ji Na nel gestire il manifestarsi della violenza, trova ne "La presenza del diavolo" la sua declinazione "horrorifica" con la presenza delle forze demoniache. La narrazione cambia spesso la radice del male, e la regia gli tiene testa non facendo calare mai l'attenzione. Il finale è agghiacciante. Un regista slka sua conferma.
Solo un gradino sotto ai primi due capolavori, c’è il marchio a fuoco dell’enfant prodige Na Hong-jin in questo film ostico e bistrattato: trama schizoide che vortica in un buco nero annichilente con la lenta, terrificante, trasmutazione "interiore" dei personaggi. Attori magnifici (Kunimura sugli scudi), regia sontuosa. Na si conferma un maestro!
Certe volte mi accosto agli irriducibili del cinema orientale, ma nel momento in cui mi devo affidare sulla fiducia, all'espressione di stupore, paura, angoscia dei protagonisti verso un qualcosa che io vedo quasi completamente al buio, a quel punto mi dissocio.
Le basi per un buon film ci sono, i personaggi però mi sono sembrati spesso risibili, in particolare abbiamo la polizia più inetta della storia del cinema
Come si fa ad arrivare ad una media voto di 6.7
La valutazione è forviante, un film privo di tutto.
Non capisco tutto questo entusiasmo per le pellicole coreane/cinesi, presentati come dei capolavori ma che si presentano realmente come film di serie b.
Un lungo, contorto, sfiancante esemplare di cinema coreano contenitore di ogni genere. Poco spettacolare e per nulla lineare nello sviluppo. Acclamato un po' ovunque, misteriosamente...
poliziesco pacchiano e incredibilmente sopravvalutato! ma se il film fosse stato francese, italiano o americano avrebbe destato lo stesso interesse e generato la medesima indulgenza verso una trama piena di macchiettismo a badilate? ne dubito.
l'esotismo a volte genera mostri.
aridatece Memories of Murder: Joon-ho Bong è di un altro pianeta.
Francamente deludente......lungo, lunghi tempi morti, sceneggiatura balbettante, mi aspettavo molto di più considerata la maestria dei coreani nel particolare genere noir/thriller......
Dopo "The Chaser" e "The Yellow Sea", due grandissimi neo-noir di raffinata ferinità, Hong-jin Na inciampa in un horror isterico, memore di ben altre nobili scaturigini, basato su una sceneggiatura maldestra. Regia tonitruante, ritmo esasperante, score affogato in inutili glangori. Film che delude chi, come me, si aspettava una terza grande prova.
Una strana, inquietante epidemia rende mostri irragionevoli ed assassini tutti coloro che vengono contagiati.La polizia brancola nel buio e le leggende popolari aiutano con più efficacia a trovare spiegazioni plausibili. Il diavolo pare si sia manifestato sotto forma di un fantasma.Poliziesco-horror da brividi,di grande efficacia e presa emotiva.
FESTIVAL DI CANNES 2016 – FUORI CONCORSO
Un brano tratto dal Vangelo di Luca ed inerente il mistero della resurrezione, con il Cristo che invita i fedeli più scettici a toccare le proprie carni martoriate con ancora visibili i segni delle torture accusate durante il calvario sulla croce, ci introduce con una certa coerenza, anche se molto di tutto ciò lo capiremo… leggi tutto
Un oggetto strambo, assurdo, quasi inclassificabile, ma parimenti acclamato, complesso, stratificato, penetrante. "Goksung" pare strutturato per terrorizzare (o rifuggire) i generi: l'horror e il thriller - che vivono di uno stimolante intreccio - vengono scartati dal grottesco, dal ridicolo audace (in particolare l'autorità, nella figura del poliziotto, è messa alla berlina,… leggi tutto
Nell'isolato villaggio coreano di Goksung una catena di inspiegabili delitti coinvolge l'ufficiale di polizia Jong-Goo. L'uomo si convince che la responsabilità dei fatti sia da attribuire ad uno straniero, soprannominato il giapponese. Sino a quando la piccola figlia Hyo-jin inizia a manifestare sintomi di possessione, e subentrano -a confondere le indagini-… leggi tutto
In un piccolo villaggio dominato da antichi spettri e piogge torrenziali, la disciplina morale della famiglia si decompone, contaminata e profanata da paure primordiali e ritualistiche architetture di morte. Na Hong-Jin infonde un clima grottesco e malinconico, giocando in abbondanza e facendo leva sulla spaurita emotività dei personaggi. Gli ultimi 30 minuti sono una catabasi…
Come in altri film coreani riguardanti la provincia, fin da subito bisogna entrare nell’ottica dell’inettitudine, goffaggine, negligenza, della polizia che accomuna diverse pellicole del genere. Ecco, fatta coscienza di questo si può proseguire la visione dei ben 157 minuti che ci distanziano dalla fine, quindi già di per se una vera impresa, con una durata…
Un oggetto strambo, assurdo, quasi inclassificabile, ma parimenti acclamato, complesso, stratificato, penetrante. "Goksung" pare strutturato per terrorizzare (o rifuggire) i generi: l'horror e il thriller - che vivono di uno stimolante intreccio - vengono scartati dal grottesco, dal ridicolo audace (in particolare l'autorità, nella figura del poliziotto, è messa alla berlina,…
Na Hong-jin torna alla regia con questo diabolico thriller dove dentro ci sta un pò tutto, e pure troppo. Un giapponese arriva in un villaggio, Goksung (titolo del film) in Corea de Sud, e
scatena l'inferno. Per quanto mi riguarda il culmine del suo cinema è The chaser, dove questo Goksung gli fa solo il solletico, purtroppo. La commistione di generi comunque non è male, il…
“È lui! È lo straniero!”, ovvero: Post Tenebras… Nihil. Il know-how mefistofelico è dotato di tutto l’apparato pentolamesco occorrente. Comprensivo di Minolta. “GokSung - the Wailing”, l’opera terza - dopo gli eccellenti action-thriller / neo-noir “the Chaser” (‘08) e “the Yellow…
Goksung- La presenza del diavolo (titolo internazionale The Wailing) è un film sudcoreano scritto e diretto da Na Hong-jing.
Attualmente l'opera è visibile su Amazon Prime Video.
Sinossi: Nel remoto villaggio di Goksung l’esigua popolazione è scossa da brutali omicidi. Inizialmente le indagini della polizia locale sembrano ricondurre il tutto alla comparsa di…
A volte ritornano, pare. Dopo la pubblicazione dell'originaria lista dei "20 (E PASSA) BEI FILM MISCONOSCIUTI" (ormai tipo più di 80!), m'è balenata alla mente l'idea, ammetto derivativa, di…
Nell'isolato villaggio coreano di Goksung una catena di inspiegabili delitti coinvolge l'ufficiale di polizia Jong-Goo. L'uomo si convince che la responsabilità dei fatti sia da attribuire ad uno straniero, soprannominato il giapponese. Sino a quando la piccola figlia Hyo-jin inizia a manifestare sintomi di possessione, e subentrano -a confondere le indagini-…
INFORMAZIONE del 6 gennaio 2019:
Capo 20 "provvisorio" in che senso? Da oggi c'è il CAPO 20 "definitivo", dedicato al solo biennio 2015/2016. Eccovi il link:…
In un paesino coreano un’epidemia infetta gli abitanti che si concedono sprazzi di violenza assassina al termine dei quali finiscono in un’inspiegabile catalessi e sporchi del sangue dei loro stesi rispettivi familiari. Un imbranato poliziotto si occuperà del caso scoprendo che forse tutto si ricollega alla maledizione portata da un misterioso giapponese da poco…
Quando si parla di cinema dal punto di vista commerciale, noto che qui in Italia si tende sempre a fare discorsi del tipo: "Com'è andata quest'anno la competizione fra i film USA ed i film italiani? Hanno…
Con l’avvicinarsi delle feste di fine anno, aumentano le uscite, in attesa della corsa agli acquisti, i titoli occupano il loro spazio sugli scaffali,… segue
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Commenti (12) vedi tutti
Il talento di Hon?g-ji Na nel gestire il manifestarsi della violenza, trova ne "La presenza del diavolo" la sua declinazione "horrorifica" con la presenza delle forze demoniache. La narrazione cambia spesso la radice del male, e la regia gli tiene testa non facendo calare mai l'attenzione. Il finale è agghiacciante. Un regista slka sua conferma.
commento di Peppe ComuneSolo un gradino sotto ai primi due capolavori, c’è il marchio a fuoco dell’enfant prodige Na Hong-jin in questo film ostico e bistrattato: trama schizoide che vortica in un buco nero annichilente con la lenta, terrificante, trasmutazione "interiore" dei personaggi. Attori magnifici (Kunimura sugli scudi), regia sontuosa. Na si conferma un maestro!
commento di Inside manCerte volte mi accosto agli irriducibili del cinema orientale, ma nel momento in cui mi devo affidare sulla fiducia, all'espressione di stupore, paura, angoscia dei protagonisti verso un qualcosa che io vedo quasi completamente al buio, a quel punto mi dissocio.
leggi la recensione completa di Mike.WazowskiPiccola città / Bastardo posto.
leggi la recensione completa di mckLe basi per un buon film ci sono, i personaggi però mi sono sembrati spesso risibili, in particolare abbiamo la polizia più inetta della storia del cinema
commento di green70Come si fa ad arrivare ad una media voto di 6.7 La valutazione è forviante, un film privo di tutto. Non capisco tutto questo entusiasmo per le pellicole coreane/cinesi, presentati come dei capolavori ma che si presentano realmente come film di serie b.
commento di interista75Un lungo, contorto, sfiancante esemplare di cinema coreano contenitore di ogni genere. Poco spettacolare e per nulla lineare nello sviluppo. Acclamato un po' ovunque, misteriosamente...
leggi la recensione completa di undyingL’uomo ridicolo ed i suoi infiniti limiti.
leggi la recensione completa di cazzeggiatore del millenniopoliziesco pacchiano e incredibilmente sopravvalutato! ma se il film fosse stato francese, italiano o americano avrebbe destato lo stesso interesse e generato la medesima indulgenza verso una trama piena di macchiettismo a badilate? ne dubito. l'esotismo a volte genera mostri. aridatece Memories of Murder: Joon-ho Bong è di un altro pianeta.
commento di giovenostaFrancamente deludente......lungo, lunghi tempi morti, sceneggiatura balbettante, mi aspettavo molto di più considerata la maestria dei coreani nel particolare genere noir/thriller......
commento di ripley2001Dopo "The Chaser" e "The Yellow Sea", due grandissimi neo-noir di raffinata ferinità, Hong-jin Na inciampa in un horror isterico, memore di ben altre nobili scaturigini, basato su una sceneggiatura maldestra. Regia tonitruante, ritmo esasperante, score affogato in inutili glangori. Film che delude chi, come me, si aspettava una terza grande prova.
commento di Marcello del CampoUna strana, inquietante epidemia rende mostri irragionevoli ed assassini tutti coloro che vengono contagiati.La polizia brancola nel buio e le leggende popolari aiutano con più efficacia a trovare spiegazioni plausibili. Il diavolo pare si sia manifestato sotto forma di un fantasma.Poliziesco-horror da brividi,di grande efficacia e presa emotiva.
leggi la recensione completa di alan smithee