Regia di Kleber Mendonça Filho vedi scheda film
Clara ha combattuto una battaglia che l'ha già sfiancata e messa alla prova. Si vorrebbe godee una vecchiaia (si fa per dire, è ancora molto piacente e dinamica) tranquilla, tra scorci sul mare e una montagna di vinili di ogni genere, dal pop brasiliano al rock. Capita tuttavia che il palazzo dove abita sia nelle mire di una società di costruzioni e che il suo appartamento sia proprio l'ultimo prima di poter completare il progetto. Il suo rifiuto scatenerà una serie di ritorsioni. Bellissima storia di resistenza (parola che, in quanto abusata, voglio utilizzare nel senso di perseveranza nei comportamenti corretti) e di rispetto per frammenti di un mondo che sta cambiando pagina, ma che esige la propria dignità.
Ci sono tutti gli elementi per condire quest'ossatura narrativa per ben 140 minuti di film (che non annoiano mai): i colori sgargianti dei paesaggi carioca, la musicalità degli attori, le tracce disseminate un pò ovunque dei ricordi della protagonista (che vive in una casa dove tutto è impronta del marito venuto a mancare). La storia si connota per una dolcezza malinconica di fondo, sebbene non sia un racconto di solitudini: Clara ha nipoti, figli, rumore e clima festoso attorno a sè. Ed anzi è proprio perchè lei è una persona felice che ritiene intollerabile la prepotenza dell'elemento esterno, di annichilimento della propria scelta personale, in nome di denaro e speculazione.
Un film veramente ben fatto, terapeutico ed anche molto sensuale (sarà che sto invecchiando ma non sono ancora preparato ad inserti quasi hardcore in film normali diciamo). Durante la presentazione a Cannes il cast prese posizione (così dice Wikipedia) in favore di Dilma Roussef, deposta forzatamente, e questo mi rende il film ancora più simpatico. Bellissimo, voto otto.
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