Regia di Kleber Mendonça Filho vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2016 - CONCORSO
Tenace e generoso one-woman-show che regala alla sempre bella e seducente Sonia Braga -nonostante i segni di una tragedia personale che coinvolse la protagonista negli anni della giovinezza, ricondotta comunque ad una soluzione che lascia segni devastanti, gli stessi che le tecniche cinematografiche moderne riescono a rendere estremamente veritieri, palpabili come fossero reali sul corpo invece ancor bello dell'attrice non più giovane - il suo ruolo più potente della maturità, nonché la parte che ogni diva vorrebbe per sé, coronando con un premio importante una carriera lunga e piena di tappe importanti.
L'ottima attrice brasiliana è Clara, critica musicale in pensione, sopravvissuta ad un tenace cancro al seno ad inizio anni '80 ancora trentenne ed ora sola abitante di un vecchio ma ben posizionato stabile al bordo del mare (l'Aquarius del titolo) della città di Porto Alegre. Il proprietario del resto del palazzo è un ambizioso giovane architetto che tenta con le buone, ma poi subito con le cattive e con la subdola forza ingannatrice, di costringere la donna a vendere la sua parte per sostituire la costruzione ormai al lomite della fatiscenza, con un moderno e lussuoso centro residenziale fronte mare.
Ma gli spietati speculatori non ricordano che Clara è una donna che ha sconfitto il cancro, e dunque pressoché invincibile.
Ben fotografato, sempre proteso ad incantarsi sul volto solare e appassionato della grande attrice, Aquarius, senza altri picchi artistici di rilievo, ma forte di una accurata ambientazione anni '80 e girato con stile un po' vintage (non sappiamo se volutamente o per caso) ha il più rilevante merito di regalare alla Braga un ruolo sfaccettato e poetico che avrebbe verosimilmente potuto valerle un meritato riconoscimento come migliore interpretazione femminile.
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