Regia di Alejandro Jodorowsky vedi scheda film
Jodorowsky prosegue la sua autobiografia poetica iniziata con La danza de la realidad, al punto che potrebbero considerarsi come due parti di un unico film, passando dal resoconto dell'infanzia a quello della giovinezza.
L'immaginario del regista continua ad avere il sopravvento sulla realtà dei fatti, in quanto rifiuto di un "mondo privo di poesia", dove i personaggi che riescono a stagliarsi dall'inespressiva massa della folla, celata dietro a maschere tutte uguali, si distinguono per caratterizzazioni esasperate, parossistiche. Ma questo perché quello a cui noi assistiamo è una rielaborazione artistica della memoria da parte di un anziano che non ha mai rinunciato a preferire il sogno.
C'è da sperare che riesca ancora a sfidare il destino, nonostante i suoi 88 anni compiuti, per proseguire questo suo resoconto personale, anche perché il prossimo capitolo (dall'arrivo a Parigi, alla scuola di mimo con Marcel Marceau, al Panic Movement con Topor e Arrabal, fino al teatro e ai primi film) avrebbe un potenziale di contenuti visionari enorme.
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