Regia di Albert Serra vedi scheda film
L'agonia e la morte del Re Sole sotto forma di documento storico e affresco pittorico. Difficile e ammirevole prestazione di Jean-Pierre Léaud.
Il film racconta con dovizia di particolari gli ultimi momenti di vita del Re Sole, appellativo storico di Luigi XIV, massimo rappresentante della cosiddetta monarchia assoluta. Credo sia lecito considerarla una pellicola di genere storico-pittorico: storico perché la messa in scena dell’agonia del vecchio sovrano è a dir poco meticolosa e probabilmente molto aderente alla realtà dei fatti; pittorico perché l’azione è del tutto latitante, riducendosi ad una successione di quadri volutamente ispirati alla pittura del XVIII secolo. Per la realizzazione del film, Albert Serra dichiara di essersi ispirato a due opere, le “Mémoires” di Saint-Simon e quelle del Marchese di Dangeau. “I due cortigiani – spiega il regista spagnolo – hanno assistito agli ultimi giorni di Luigi XIV e hanno voluto descrivere, consegnare e raccogliere tutti gli ultimi momenti del re morente. Alcune sue parole sono riportate alla lettera”. (citazione dal sito Allociné.fr)
Simili premesse danno luogo ad un film inevitabilmente lentissimo ma rigoroso nella sua ricostruzione storica e notevolmente istruttivo. Il monarca agonizzante ha il volto dell’ormai anziano Jean-Pierre Léaud, reso quasi irriconoscibile dall’immensa e ingombrante parrucca con la quale ci è stata tramandata l’immagine del Re Sole. Non meno iconiche sono le varie figure che si avvicendano al suo capezzale, da Madame de Maintenon, per trent’anni consorte del sovrano, ai vari medici, prelati e cortigiani. Il regista indugia sui primi piani, inquadra con efficace realismo il volto disfatto e sofferente del sovrano, insiste sulle sue richieste disperate di acqua, sui vani tentativi di fargli ancora ingerire cibo o pozioni dagli effetti incerti. La morte non è un bell’evento e l’agonia che la precede non può che essere straziante. Difficile, nondimeno, provare empatia nei confronti di un personaggio storico che, pur avendo contribuito alla “grandeur” del suo paese, è stato protagonista di un regime oppressivo e bellicoso.
Alla sua uscita, il film ottiene il favore della critica francese, in virtù della sua fedeltà ai fatti storici e dell’accuratezza dell’intera ricostruzione. E’ comprensibile che abbia suscitato meno entusiasmo da parte del pubblico, a causa del ritmo rallentato delle scene, dell’astrattezza e del formalismo dei dialoghi, senza dimenticare che, nell’intimo, il popolo d’Oltralpe è molto, ma molto repubblicano. Si tratta comunque di un’opera di alto valore culturale, di quelle che andrebbero proposte nei licei di tutta Europa.
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