Regia di Ridley Scott vedi scheda film
1492: Cristoforo Colombo, dopo 7 anni di attesa, riesce ad ottenere l'approvazione della regina Isabella di Castiglia e dei nobili spagnoli , ingolositi dalle prospettive di guadagno e di imperialismo coloniale, e salpa per il nuovo mondo (credendo erroneamente di trovarvi l'India). Dopo un viaggio più lungo del previsto e in cui rischia l'ammutinamento, Colombo e il suo equipaggio giungono nell'isola di Guanahanì (San Salvador) e aprono nuove rotte marittime e commerciali, dando libero sfogo alle esigenze espansionistiche della cattolicissima Spagna. Poco dopo egli riparte e torna nella penisola Iberica, dove ottiene grandi onori e il permesso di progettare un'ulteriore spedizione allo scopo di fondare in pianta stabile nell'isola appena scoperta una colonia. Ritornato a Guanahanì, cercherà di costruirvi una società idealizzata scontrandosi con la cupidigia e l'avarizia dei nobili ispanici e con la ferrea volontà del clero di convertire con la forza gli indigeni e di schiavizzarli....
"21 Ottobre 1492: abbiamo ritrovato l'Eden...sicuramente il mondo era così all'inizio dei tempi. Se gli indigeni dovranno essere convertiti alle nostre abitudini, questo dovrà avvenire con la persuasione, e non con la forza. Credo che nessun uomo vedrà mai più questa terra come l'abbiamo vista noi, per la prima volta. Veniamo in pace, e con onore. Essi non sono selvaggi, e non lo saremo neanche noi. Vanno trattati come si tratterebbe la propria moglie, e i propri figli. Non saremo liberi di prendere quello che vogliamo, rispetteremo le loro credenze. Il saccheggio sarà punito con la frusta, lo stupro con la spada".
Un'opera di pregevolissima fattura, una tavolozza cromatica tradotta in sequenze filmiche: 1492 è uno dei film nei quali si sente di più la mano di Ridley Scott, da sempre abile "pittore" di immagini cinematografiche ed esperto narratore. Le variazioni di luminosità, il chiaroscuro, gli squarci di luce bianca che irrompono nell'oscurità della scena e bucano lo schermo attraversando ombre e nebbie sono qui portati a livelli di rara potenza e suggestività, con una fotografia virata sull'ocra e un impiego della luce con forti contrasti di enorme fascino. A torto è considerata un'opera minore della sua filmografia: per mezzi tecnici di realizzazione, qualità degli interpreti, portata del messaggio e sincera e appassionata partecipazione merita di essere considerata tra le migliori del cineasta d'oltremanica. Anche solo per l'aspetto visivo questo kolossal cattura la vista dello spettatore e lo inebria di immagini difficili da dimenticare, che permeano la cornea e arrivano dritte alla mente, stampandovisi subitaneamente. La regia dà un respiro epico alla narrazione, risultando ispirata sia nei momenti di pura contemplazione sia in quelli più concitati, come nelle battaglie o nella partenza delle tre caravelle. La ricostruzione storica e scenografica è un altro aspetto sbalorditivo del film, la quale mostra una ricchezza e uno sfarzo che raramente si vedono nel cinema attuale. Sembra di percorrere una galleria di quadri di Rembrandt o di pittori romantici mentre si succedono sequenze dalla splendente qualità "pittorica" e si viene presi per mano dal talento figurativo di un Ridley Scott con una visione superbamente artistica del cinema.
Colombo appare qui come un uomo ambizioso, audace, precursore dei tempi, il quale si sente fin troppo relegato nella propria epoca, così come si sente destinato a qualcosa di stupefacente. La sua volontà di essere ricordato dalle generazioni future è ammirevole ed encomiabilmente umana, così come umano e non idealizzato è il suo ritratto: spesso ci viene mostrato il suo senso di colpa quando è costretto ad abbandonare la moglie e i figli per lunghi periodi, così come ci appare nella sua vulnerabilità e fallacità, come nel caso del suo tentativo di creare una società utopica nel nuovo mondo basata sull'uguaglianza e la tolleranza, non rendendosi conto di avere spianato la strada all'ingordigia della nobiltà spagnola, una classe che, nonostante possa vantare qualche eccellente eccezione, è marcia fino al midollo, divorata dall'avarizia e dall'alterigia e impossibilitata ad un qualsivoglia destino che non sia la decadenza e la definitiva scomparsa, per la quale si dovrà attendere ancora qualche secolo.
Il lungometraggio mostra senza remore la fame di conquista e la spocchia dell'uomo occidentale, il quale, trovatosi di fronte al Paradiso Terrestre, non trova di meglio da fare che distruggerlo, in nome della sua presunta superiorità e manifesta incapacità ad adattarsi ad un ambiente e ad una civiltà estranee: di fatto, sono loro che si devono adattare a lui. Significativa in tal senso è la frase detta dall'indigeno amico di Colombo verso la fine del film: "Io ho imparato a parlare la tua lingua, tu no!".
Nonostante la lunga durata, il film non perde mai colpi e riesce a mantenere viva l'attenzione dello spettatore per tutti i 149 minuti, sorretto anche dalle ottime interpretazioni degli attori, con una Sigourney Weaver splendida come al solito e un Gerard Depardieu veramente eccezionale, trascinante, viscerale e decisamente partecipe del ruolo che gli è stato affidato, il quale riesce a rendere giustizia all'ormai mitica figura dell'esploratore genovese per eccellenza, la quale giganteggia su tutti i deplorevoli cortigiani spagnoli e sulle dimenticabili personalità che lo hanno circondato, e la cui grandezza e importanza storica è impressa nel dialogo finale tra Colombo stesso e il nobile spagnolo Sanchez: "Siete un sognatore" "Guardate fuori. Cosa vedete?" "Vedo torri...palazzi...vedo campanili...vedo la civiltà! E vedo guglie che si stagliano...alte nel cielo!" "Tutto creato da uomini come me. Per quanto voi possiate vivere Sanchez, c'è una cosa che non cambierà mai tra noi due: io ce l'ho fatta, voi no."
Menzione a parte merita la bellssima colonna sonora firmata Vangelis, il quale, dopo "Blade Runner", collabora nuovamente con Scott regalandoci un'altra perla che và ad arricchire una già stratosferica carriera.
1492: Conquest of Paradise Theme • Vangelis
E quale modo migliore di finire in bellezza se non rimembrando la celeste apparizione dell'Eden prima che fosse corrotto dagli stolti conquistatori europei?
"Voglio che mi raccontiate tutto quello che ricordate padre" "Oh...non saprei da dove cominciare, figliolo" "Ditemi la prima cosa che vi viene in mente" "...Io...ricordo...". La telecamera inquadra gli occhi di Colombo. Gli occhi si chiudono...e compare una visione: il Paradiso.
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