Regia di Giuseppe Ferlito vedi scheda film
Fermo immagine di una certa realtà contemporanea, fatta di vuoti esistenziali, economici, affettivi e relazionali, amplificati, recitati, spettacolarizzati, dispersi nel mare magnum di internet. Sufficiente.
Ambientato a Verona e molto legato a quella realtà, è un intrecciarsi di cinque storie accomunate da Internet ,nel quale le persone tentano di trovare se stesse, trovare gli altri, disperdersi, nascondersi, riscattarsi ,per poi scoprire di dover fare, alla fine, comunque i conti con chi e con ciò che è loro vicino, nel bene e nel male. E' un fermo immagine quasi documentaristico di una certa contemporaneità, fatta sempre di più di chi cerca di dissimulare i propri mostri attirando l'attenzione su quelli altrui (o creandone appositi), fatta di violenza come fosse un videogioco, di ricchi che non sono più tanto ricchi, ricchi che lo sono sempre di più, ragazzi storditi dal nulla che li attornia e di cui essi stessi sono complici inerti, preti che si occupano degli immigrati perché gli italiani non vogliono più che di loro si occupi qualcuno. Recitazione adeguata, sceneggiatura discretamente congegnata, sebbene certo non riservi momenti straordinari. Si ferma ad una certa realtà, inscenandola adeguatamente, ma di lì non si scosta, e per questo manca il cosiddetto "ampio respiro", quel volare un po' più in alto che forse è richiesto al cinema. Film tutto sommato sufficiente, come fotografia di parte della contemporaneità.
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