Regia di Claudio Giovannesi vedi scheda film
Sbandierato, lo scorso anno, grazie anche al passaggio prestigioso a Cannes, come uno dei film rivelazione della stagione italiana, "Fiore" ha solo un merito, e nemmeno troppo alto, quello di aver dato luogo a una specie di sottogenere dei "teen movies", ovvero degli amorucoli carcerari. Sinceramente, dopo essermi sorbito una visione lunghissima, (tagliar via almeno mezz'ora), è tutto quello che mi è rimasto, di questo film. Ha una pretesa sociale, e gliela concedo, ma ha il mortale difetto di essere tarlato dal verme delle fiction TV della RAI, (anche in produzione), che finisce per appiattire tutto quello che riesce ad appiattire, suonando finto, nonostante l'impegno di una cupa Daphne Scoccia, brava, e dello sfortunato Josciua Algeri, pessimo, che, voglio ricordarlo, ha perso la vita un mese fa, ai primi di marzo, in un brutto incidente stradale: una vera tragedia. La storiellina è esile, appunto, fra letterine d'amore, sguardi "sbarrati", una prigione che pare uno spot su come i riformatori per minorenni, in Italia, funzionino bene, e poco altro. C'è Mastandrea che fa un papà galeotto senza crederci più di tanto e, insomma, se lo si spezzetta un poco, gli si butta dell'altra brodaglia, la RAI potrebbe trarne una doppia serata, spacciandola per la RAI nel sociale o qualcosa di simile. Davvero dobbiamo accontentarci di film così? Davvero questo è il nostro nuovo Cinema d'autore? Mamma mia.
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