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Tommaso

Regia di Kim Rossi Stuart vedi scheda film

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La recensione su Tommaso

di OGM
6 stelle

Tommaso guarda le donne, credendo di vedere oltre. Ma davanti agli occhi ha soltanto il vuoto.

Un verminaio. Le emozioni si intrecciano, si accodano, cascano dal cielo, come le processionarie a primavera. Si perdono viscidamente dentro le fessure lasciate aperte per caso dalla ragione, che si distrae, quando la confusione si traveste da passione, da fantasia, da creatività, per invadere subdolamente il pensiero. Tommaso è in crisi. Il suo desiderare sempre, senza limiti, senza un motivo, è diventata un’abitudine che induce smarrimento, che non si può seguire senza piombare nella più nera follia. Per lui, cercare le donne è come andare a tastoni, attraverso il buio, immaginando ciò che non riesce a vedere, sognando ciò che non può toccare. Le sue dita finiscono immancabilmente nel punto sbagliato: scelgono di prendere ciò che non possono mantenere, o ciò che non si lascia afferrare, almeno non per quel verso. Allungare la mano oltre il consentito è un gesto fatale, che stravolge l’esistenza, senza portare a concludere nulla. Inutile avere un obiettivo. Dannoso essere determinati. Amare con troppa intenzione è un errore che sospinge via ogni germoglio di sentimento, ricoprendo l’avventura di una serietà che è molto più ingiusta e pericolosa del più superficiale dei giochi. Tommaso crede che sbagliando si impari, che insistendo si vinca, che curandosi si guarisca. Per questo continua per la sua strada, rincorrendo conquiste banali o impossibili, ma tutte ugualmente insoddisfacenti, perché ostinatamente ribelli alle sue manie, eccessivamente sottomesse o inaspettatamente dominanti, incomprensibili nella loro identità che non si lascia plasmare dalla materia delle sue ossessioni. Tommaso non trova ciò che davvero gli manca: non le risposte, ma le domande giuste, quelle potenti e inesauribili, che ti intrigano per una vita intera, impugnando le tue debolezze come arma di seduzione. Tommaso vuole poter abbracciare non una soluzione definitiva, astratta, salvatrice, ma un problema in carne ed ossa, umano e adorabile, autentico e indifeso, che si proponga da sé, offrendosi nudo senza malizia né calcolo, inconsapevole di essere tanto difficile, convinto di non avere nessuna importanza. E invece si imbatte in situazioni plateali ed estreme, dall’angelica devozione  di Federica, alla diabolica perversione di Sonia: tutto troppo chiaro per essere praticabile. La verità si accompagna al chiaroscuro del dubbio e dell’imperfezione: alla stranezza di una madre che ti ama ma ti abbandona, che è povera ma spende e spande, che ti dichiara morto, ma poi ti fa risorgere.  Brutto, alla fine, è soltanto ciò che credevamo certo ed irremovibile: quello che ci ha detto tutto, già in partenza, e poi è rimasto zitto, lungo il cammino, senza darci più nulla. Come un dolore ovvio. O un’indifferenza scontata. Niente a che vedere con lo strazio di un nido di insetti che brucia. Un piccolo orrore che rimanda ai tormenti dell’anima che, di nascosto, cambiano il mondo.         

 

Kim Rossi Stuart

Tommaso (2016): Kim Rossi Stuart

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