Regia di Kim Rossi Stuart vedi scheda film
Tommaso è il tipo d'uomo che detesto. Di quelli che prenderei a pugni dopo appena 5 minuti di conoscenza, o perlomeno a sputi in faccia. E' uno dei personaggi più banali, meno interessanti, noiosi e insulsi che abbia visto ultimamente. Più che Truffaut o Moretti - le cui nevrosi trovavo divertenti e interessanti un tempo, ora più che altro mi annoiaano - mi ricorda il Jason Alexander di Amore a prima svista, nel film spalla di Jack Black. Avrei fatto volentieri a meno della sua trasposizione sul grande schermo. E di fronte a questo non c'è regia o recitazione che tenga per quanto mi riguarda, ed entrambe a dire il vero non mi hanno colpito granché, pur apprezzando di solito Rossi Stuart, e nemmeno poco. Dopo meno di 20 minuti dubitavo di reggere fino alla fine ma siccome non amo giudicare i libri dalla copertina ho proseguito fino in fondo. Forse avrei fatto meglio a seguire il primo istinto. O forse no, un paio di scenette quasi "erotiche" potrebbero avere il loro perché.
Fortunatamente, non essendo il mio mestiere, ho conosciuto ben poche persone che ruotano attorno al sottobosco dello spettacolo o anche meno sotto (fa niente se fossero operatori video, montatori, registi, attori o giornalisti), quindi non fanno testo e si tratta sicuramente di un semplice caso. Il caso però è che tutti erano - sempre e regolarmente al passato poiché in accordo con l'incipit non riesco proprio a legare con questo tipo di persona - la fotocopia di Tommaso. Sarà mica caratteristica e requisito del settore la mancanza endemica di palle? Non credo. Strana anche la frequenza con cui ho riscontrato un certo tipo di conflitto con i genitori - nel caso di Tommaso, quello con la madre certamente giustificato, almeno in parte, come si scoprirà poi; ma anche il padre a quanto pare non era persona così amabile. Questo genere di conflitti può andar bene a 15 anni, a 20 si avvia alla risoluzione, a 25 si incammina già lungo il sentiero dei ricordi.
Insomma, parafrasando Serra Y?lmaz e Alessandro Genovesi: caro Tommaso, sei totalmente rincoglionito? Non sei un ragazzino, mi hai veramente rotto il cazzo! Prendi una decisione oppure levati dai coglioni! Dura sentirsi dire da una ragazzetta "non sai nemmeno te quello che vuoi"...
Il prefinale avrebbe risollevato un po' la pellicola se fosse stato il finale, magari interropendosi a "faccio da solo". Almeno parzialmente perché poi certo, è colpa dei genitori. Come sempre, è un cliché. D'altro canto, quale genitore non ha "colpe" o non sente di averne anche in situazioni più lievi rispetto a quella di Tommaso e anche quando i figli non gliele fanno pesare o non le considerano proprio tali? Certo non elimina il alcun modo le responsabilità personali relative alle proprie scelte e a quella scelta fondamentale che riguarda il modo in cui stare al mondo e in mezzo agli altri. Ma lui no, pensa alle caramelle, inizia a fumare... (peraltro in pieno boom dello svapo da sigaretta elettronica lui parte invece con le classiche bionde). Insomma, abbraccia la sua condizione, ontologicamente sospeso tra l'infanzia e l'adolescenza. Va beh, almeno è una decisione. Contento lui... Come Woody Allen usava far dire al suo alter-ego il quasi premio Nobel - e giocatore di scacchi come Tommaso - Boris Yellnikoff: basta che funzioni... Hai visto mai che nel vero finale, oltre a riappacificarsi con la madre abbia trovato pure l'anima gemella...
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