Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Il penultimo lavoro cinematografico di Luigi Comencini, prossimo alla debilitazione per la malattia che lo tormenterà nei successivi vent'anni, è una commedia agrodolce, a sfondo sentimentale, sulla terza età. Seguirà, a chiosa della sua carriera di 'regista dei bambini', un remake di Marcellino pane e vino, un paio di anni dopo. Qui il regista, fra i padri della commedia all'italiana, ci vuole offrire uno spaccato sugli eterni tiraemolla dell'amore, ma da un punto di vista insolito. La storia (sceneggiatura del regista con la figlia Cristina ed il figlio, Raffaele, di Pasquale Festa Campanile, autore del romanzo-soggetto) è scritta in maniera sufficientemente solida e funziona, ma non brilla per fantasia (si veda il finale che accontenta il pubblico, ma non altrettanto la logica) esattamente come gli interpreti se la cavano tutti, ma nessuno spicca in simpatia. 5/10.
Due coniugi sulle soglie della terza età sono costretti a lasciare casa per motivi economici; se li spartiscono le due figlie, ma la lontanaza genera un riflusso passionale fra i due, che però se ne vergognano.
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