Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Un pò sulla falsariga di Witness ma non analogamente efficace per quanto riguarda la struttura thriller della storia.
Comunque la salda mano di Sidney Lumet che dirige con la consueta maestria e provato mestiere, è già da sola elemento sufficiente per farci apprezzare il risultato di un'opera piacevole e ben congegnata..
Il regista prende a pretesto un'indagine su un omicidio più che altro, per rappresentarci da vicino la vita della comunità degli Assidici, un gruppo di ebrei ortodossi super osservanti delle regole del loro credo religioso, che vive a New York..
Lo fa attraverso lo sguardo di una avvenente poliziotta (Melanie Griffith) donna un pò rozza e dalla pistola abbastanza facile,e davvero un pò troppo presuntuosetta (per lo meno all'inizio) convinta come è di avere una conoscenza assoluta e una altrettanto collaudata esperienza della vita e del mondo..
A contatto con l'arcaicità di un insolito costume a lei estraneo e sconosciuto, ha all'inizio la difficoltà di comprendere e di capire, ma piano piano dovrà lentamente ricredersi trovando con loro una nuova inaspettata sintonia e da una guardinga posizione di diffidenza un pò prevenuta, passerà gradualmente a una lenta accettazione degli usi e dei costumi (complice naturalmente il suo essersi innamorata del figlio del Rabbe della comunità, che è rappresenta sempre l'elemento prioritario che spinge verso una "accettazione" forse altrimenti più difficoltosa e laboriosa.".
Lumet racconta con garbo e affetto questo mondo così distante dalla materialità del consumismo, ed questo davvero il pregio maggiore di un'opera che sotto il profilo del giallo, lascia davvero molto a desiderare, per la fragilità dell'impianto. Ed è a mio avviso così facile scoprire chi è l'assassino, che già dopo mezz'ora di proiezione sappiamo perfettamente come andrà a finire..
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