Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Un film quasi sconosciuto nella copiosa filmografia di Lumet ma non per questo da disprezzare.A mio parere la cosa che gli nuoce di più è il trattare tematiche simili a quelle sviluppate in Witness di qualche anno precedente a questo(e anche meglio riuscito).Ma non metto in dubbio la sincerità del regista nel trattare certi argomenti religiosi che vanno a toccare le sue origini.Come nel film di Weir anche qui abbiamo un tipico esponente della società media americana( una poliziotta molto emancipata svelta di parola e di pistola)che viene a contatto suo malgrado con una comunità di ebrei chassidici,rigidamente ortodossi.L'indagine parte dalla morte di uno di loro e dal furto di una consistente partita di diamanti.Ma si nota subito che a Lumet interessa parlare d' altro,l'indagine è quasi maltrattata durante il film.Al regista interessa caratterizzare psicologicamente i personaggi,confrontare se possibile il candore di questi ebrei ortodossi con il cuore inquinato del newyorkese medio(e il loro candore risalta parecchio),ci fa conoscere un po' meglio le loro usanze(tra l'altro non vanno al cinema nè vedono la tv)cerca di descrivere in maniera introspettiva la maturazione del personaggio di Emily che riesce a fronteggiare finalmente tutti i coni d'ombra della propria vita,azzarda quasi una storia d'amore impossibile tra lei e il rampollo del rabbino capo,fermandola(giustamente) un attimo prima che avvenga qualcosa di irreparabile.Il crimine rimane sullo sfondo e meno male perchè c'è una magagna grossa così:come fa una donna da sola a mettere un uomo a peso morto al di sopra di un controsoffitto?Melanie Griffith sembra molto coinvolta dal personaggio in un film non irresistibile ma che sarebbe ingiusto stroncare senza pietà....
sempre al di sopra di ogni sospetto
sembra molto coinvolta
convincente
in secondo piano
molto carina
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