La recensione su Il diritto di contare

di port cros

6 stelle

Hidden Figures, pur presentando i limiti e le semplificazioni tipiche del cinema “politicamente corretto", è un film di gradevole fattura che riesce con brio e spirito a rendere onore alle qualità scientifiche, alla forza d'animo ed allo spirito di solidarietà delle sue protagoniste.

Ambientato negli anni 60 nella sede della NASA in Virginia, Hidden Figures è la storia di tre donne nere realmente esisitite, Katherine Johnson (Taraji P. Henson), Mary Jackson (Janelle Monáe), e Dorothy Vaughan (Octavia Spencer), matematiche ed ingegnere, i cui pionieristici i cui calcoli per la NASA hanno dato un notevole contributo a molte missioni spaziali, tra cui il celebre volo orbitale di John Glenn intorno alla Terra. Tuttavia, nella Virginia dell'epoca, queste menti brillanti dovevano combattere quotidianamente con discriminazioni razziali nel lavoro, nell'acceso all'istruzione e negli aspetti anche più banali della vita quotidiana. Il film non lascia da parte nemmeno la questione delle discriminazioni di genere, presenti ancora oggi in quelle professioni scientifiche in cui le protagoniste eccellevano e che sono da sempre considerate materie “maschili”, e mostra come le due forme di pregiudizio, sessuale e razziale , si intersecavano creando non poche difficoltà all'emergere del talento delle tre. Il tutto inserito nel contesto storico della corsa allo spazio e della paura generata dai notevoli successi dell'URSS nella prima fase di questa competizione, così indistricabilmente legata al confronto geopolitico della “guerra fredda”.

Taraji P. Henson, Janelle Monáe, Octavia Spencer

Le tre scienziate, tuttavia, lungi dal piangersi addosso e dal considerare i loro obiettivi come irraggiungibili in quell'ambiente razzista e sessista, danno prova di intraprendenza e soprattutto di solidarietà reciproca, sostenendosi a vicenda nel superare gli ostacoli frapposti al successo di ciascuna di loro. Hidden Figures, il cui titolo originale è un gioco di parole, in quanto in inglese figures vuol dire sia “cifre” (quelle dei loro calcoli di ingegneria spaziale) che “personalità” (il cui contributo imprescindibile rischia di rimanere “nascosto” a causa dei pregiudizi), non è un drammone cupo e pesante sul razzismo, ma ha toni e brio da commedia, e ci regala momenti spassosi, anche grazie all'estro comico delle tre spumeggianti protagoniste: la Taraji P. Henson già vista in Il Curioso Caso di Benjamin Button, la cantante Janelle Monáe , già apprezzata quest'anno nell'altro premiatissimo film “nero” Moonlight, l'Octavia Spencer già premio Oscar per un altro film “nero”, The Help. Tra i non protagonisti, fa “ritorno” lo stagionato Kevin Costner, nel ruolo di un dirigente del programma spaziale che capirà quanto la valorizzazione del talento individuale sia più importante del rispetto di tradizioni ingiuste ed insuperate.

Johnson, Vaughan e Jackson sono state pioniere il cui contributo merita di essere ricordato, e Hidden Figures le onora diffondendo la loro storia attraverso un film fatto per piacere al grande pubblico. Di conseguenza la pellicola presenta i limiti connaturati ad un certo cinema “politicamente corretto: una certa semplificazione dei personaggi e delle loro motivazioni, uno certo schematismo ed una notevole previdibilità, un qualche eccesso di zucchero. Tuttavia è comunque una pellicola di gradevole fattura, che non manca di brio e di spirito e, rispetto ad altri film del genere, ha il merito di non ridurre le protagoniste a vittime da compatire, ma di mostrare la forza d'animo e lo spirito di solidarietà con cui queste donne hanno fatto valere le loro qualità in un ambiente ostile.