Regia di Pietro Germi vedi scheda film
VOTO 6/7 AMBIGUO Western in salsa siciliana più curato nella messinscena che nella credibilità dei caratteri, denotando uno schematismo rappresentativo piuttosto limitante. Comunque sia uno spettacolo avvincente nel ritmo, nelle caratterizzazioni, nelle locations e nei continui rimandi al cinema americano, considerando l'anno di produzione il 1948 e tutte le ristrettezze annesse al periodo storico. Rimane però l'ambiguità di fondo che identifica come avversari del questore i mafiosi e il barone, 'declassando' il secondo a vero problema del film, rivalutando pericolosamente la mafia per l'onore e l'effettivo controllo del territorio. Non che sia un'opera a favore della criminalità, che condanna di fronte alla 'razionalità democratica' della legge ma vista oggi trasmette un'idea datata ed edulcorata del fenomeno lontano dalle dimensioni attuali e tragiche delle mafie. Detto questo il cinema di Germi, sempre rispettoso per le aspettative dello spettatore, non delude lasciando che il fascino 'cinematografico' di una storia risulti sempre dominante e importante nella resa finale di un progetto.
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