Trama
Finlandia, 1962. Il pugile Olli Mäki ha 26 anni ed è innamorato. Proviene da una famiglia di umili origini ma il manager Elis Ask lo ha trasformato in una star della boxe, tanto che si aspetta che diventi il primo pugile finlandese a battere il campione mondiale statunitense. Mentre i preparativi per l'incontro vanno avanti, Olli preferirebbe stare con la fidanzata Raija ma la sua vita con lei in campagna si rivela incompatibile con il mondo del pugilato di Helsinki.
Approfondimento
LA VERA STORIA DI OLLI MAKI: PERDERE SUL RING MA VINCERE IN AMORE
Diretto da Juho Kuosmanen e sceneggiato dallo stesso con Mikko Myllylahti, La vera storia di Olli Mäki racconta la vera storia di Olli Mäki, famoso pugile finlandese che nel 1962 deve competere per il titolo di campione nella categoria dei pesi piuma. Dalla campagna finlandese alle luci brillanti della capitale Helsinki, Olli ha davanti a sé spianata una strada fatta di fama e fortuna. Tutto ciò che deve fare durante il corso dell'estate è perdere peso e concentrarsi sugli allenamenti in vista dell'incontro finale. Sorge però più di un problema il giorno in cui Olli inaspettatamente si innamora.
Con la direzione della fotografia di Jani-Petter Passi, le scenografie di Kari Kankaanpää, i costumi di Sari Suominen e le musiche di Laura Airola, Joonas Haavisto e Miika Snåre, La vera storia di Olli Mäki è girato in 16 mm e in bianco e nero, una scelta spiegata dallo stesso regista in occasione della partecipazione del film al Festival di Cannes 2016, dove ha rimediato il Prix Un Certain Regard: "Uno dei punti centrali diLa vera storia di Olli Mäki è la luce. Sebbene sia una storia di crisi esistenziale, per la narrazione è essenziale che vi sia molta luce. Una luce che per me è anche simbolica: il film è arrivato come un raggio di sole in un momento particolarmente stressante della mia vita. Si ispira a una storia vera e la figura di Olli Mäki è ancora vivida agli occhi dei finlandesi e agli appassionati di boxe di tutto il mondo: all'inizio della sua carriera professionale, Olli ha avuto la possibilità di sfidare il campione del mondo dei pesi piuma, l'americano Davey Moore, e di fronte a uno stadio stracolmo di perdere in maniera umiliante al secondo round. Tempo dopo, ha però dichiarato che quello è stato il giorno più bello della sua vita... Ho incontrato Olli nel 2011 poche settimane prima che morisse. Nonostante il morbo di Alzheimer, ricordava ancora l'incontro. Mi ha raccontato i dettagli e mi ha spiegato il perché quel giorno dell'estate 1962 fosse il più bello della sua vita: mentre tutti pensavano all'incontro, lui aveva comprato l'anello di fidanzamento per la futura moglie Raija. Ho realizzato allora che la sua non era la storia di un uomo che aveva perso sul ring ma era quella di un uomo che aveva vinto in amore. La scelta del bianco e nero è arrivata due mesi prima di iniziare le riprese: facendo delle prove, ho testato la pellicola Kodak Tri-X e ho notato che restituiva del girato con un'atmosfera da primi anni Sessanta. Del resto, era la stessa usata per i cinegiornali e abbiamo fatto uno sforzo immane per recuperarne la quantità giusta per girare un lungometraggio, chiedendo anche alla Kodak di produrre espressamente per noi quella che ci mancava".
Il cast
A dirigere La vera storia di Olli Mäki è Juho Kuosmanen, regista finlandese. Nato nel 1979, Kuosmanen è al suo esordio come regista di un lungometraggio ma ha diretto diversi corti che hanno vinto premi in vari festival, inclusi Cannes e Locarno. Dopo la laurea nel 2014 all'Aalto University, Kuosmanen ha recitato… Vedi tutto
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- Premio Un Certain Regard al Festival di Cannes 2016
Commenti (4) vedi tutti
Per essere un film biografico sulla vita di un pugile, "La vera storia di Olli Mäki" si mantiene lungo un ritmo lento e monocorde. Non che ci si aspettasse chissà quale slancio adrenalinico, ma il prevalere dell'emotività dell'uomo sulla grinta dello sportivo finisce per svilire quasi del tutto l'epopea del "più importante pugile finlandese".
commento di Peppe ComuneLa storia di un perdente...ecco il vero anti-Rocky da non perdere.
commento di eziocon un pizzico in più di attenzione all'aspetto emozionale sarebbe stato un vero piccolo-grande film. resta comunque un'ottima opera prima (in quanto vero e proprio lungometraggio), meritevole dell'attenzione che ha avuto a Cannes.
commento di giovenostaUna sconfitta epocale e per altri stordente, finisce per divenire il punto fermo e lo spunto per comprendere ciò che conta veramente nella vita di un atleta gentiluomo. da un fatto vero, un film finlandese stilisticamente interessante ed eticamente forte, dirompente e potente nel descrivere il comportamento di un uomo mite e riconoscente.
leggi la recensione completa di alan smithee