Regia di Maren Ade vedi scheda film
Film solido e interessante, più dramma che commedia, originale e raffinato, anche se un tantino prolisso.
Winifried Conradi è un ex insegnante di musica, ormai in pensione, un sessantenne dotato di uno strano senso dell’umorismo, uno zuzzerellone, amante degli scherzi, dai modi piuttosto singolari, che passa le sue giornate coccolando il suo cane ormai cieco e facendo visita all’ anziana madre. Una sera va a trovare l'ex-moglie nella sua abitazione e incontra la figlia Ines, che da tempo ha perso di vista, l’incontro non è dei più teneri. Cosi alla morte del suo cane, vola dalla Westfalia a Bucarest per provare a ricostruire il rapporto con la figlia,giovane manager in carriera di un’agenzia di consulenza ,chiamata in causa dalle multinazionali per la riorganizzazione e delocalizzazione delle aziende, con una propensione alla riduzione dei costi, attraverso drastici tagli al personale, cioè in pratica licenziamenti. Si è dovuta trasferire a Bucarest dove, vestita di tailleur nero e scarpe con il tacco, con freddo cinismo, fa la tagliatrice di teste, dedicando al lavoro tutto il suo tempo, tranne qualche discutibile parentesi erotica e qualche sniffata di cocaina .E’ una persona sola, fredda, anaffettiva, il padre a un tratto le chiede “ma sei un essere umano”? Winifried è giusto l’opposto della figlia. I due trascorrono insieme un week-end burrascoso, rintuzzandosi spesso. Le circostanze della vita li hanno allontanati e non solo fisicamente e i due sembrano estranei, appartenenti a due mondi paralleli. Il padre prova in ogni modo a coinvolgerla nella sua umanità e leggerezza, ma gli impegni lavorativi frustrano qualsiasi tentativo di stringere un legame, tanto che alla domanda "Sei felice?" rivolta alla figlia,si scatena un terremoto emotivo,che induce Ines ad affrettare i tempi del suo rientro a casa. Ma Winifried non si rassegna, e ritorna travestito nei buffi panni di Toni Erdmann, stravagante life-coach, sorta di alter ego bislacco ed esilarante, dotato di parrucca e denti finti, ripresentandosi a lei e ai suoi colleghi sotto mentite spoglie, irrompe nella quotidianità di Ines, spiazzandola completamente. La vicenda prende pieghe assolutamente paradossali e bizzarre, tra scherzi grotteschi e lazzi vari, addirittura, all'occorrenza Winifried, si trasforma in ambasciatore di Germania in Romania e Ines in una delle scene più commoventi del film, davanti a una platea di sconosciuti stranieri, si esibisce in un pezzo di Whitney Huston cantando, in modo struggente quella che sembra una dichiarazione d’intenti: “Ho deciso tempo fa che non avrei mai camminato all’ombra di nessuno, non so se ho avuto successo, non sa se ho fallito, ma almeno ho vissuto come credevo” poi addirittura accoglie gli ospiti alla sua festa di compleanno, presentandosi nuda. I temi sono interessanti e svariati: la difficoltà dell’essere genitori, come quella di essere figli, l’amara consapevolezza sulla maggiore fatica che devono compiere le donne per farsi strada in contesti aziendali,dove gli uomini sono in maggioranza e la mentalità è decisamente maschilista. Maren Aden utilizzando un minutaggio “fiume” confeziona una commedia amara, che va dall’analisi del rapporto genitore-figli, alle dinamiche emotive, che regolano i rapporti umani, difficili da coltivare, in un mondo che cambia in fretta, nonché una riflessione sul tempo che vola, di cui ci si accorge sempre troppo tardi ”spulciando “ l’elenco delle cose da fare, anche il contesto della Romania, in cui si muovono i nostri protagonisti, spinge a considerazioni sulle mutazioni economiche e sociali, su una globalizzazione che seppur portando il benessere a pochi,travolge invece i tanti, che non riescono a starne al passo. In nome del progresso Ines deve ridimensionare l'organico delle aziende, mentre per Toni anche un solo posto di lavoro perso, è motivo di dispiacere.
Il film è prolisso, a tratti anche coriaceo e pesante, tuttavia è un buon lavoro, con una grande interpretazione dei protagonisti e merita i premi che ha portato a casa.
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