Regia di Maren Ade vedi scheda film
Mai incisivo, mai emozionante. Glaciale e profondamente teutonico.
L’anziano ma arzillo padre di una donna in carriera, dipendente di una influente società di consulenza internazionale, si ‘traveste da clown' e cambiando identità nell’istrionico Toni Erdmann proverà a recuperare il tempo perduto nel legame affettivo con la figlia giocando l’unica carta che gli rimane a disposizione, lo sberleffo!
Tutt’altro che incisivo, sorprendente o coraggioso rimane in un campo neutrale dove, per ben 2 ore e quaranta, lo spettatore naviga a vista non trovando l’agognata ‘isola’ salvatrice a cui aggrapparsi per giustificare tutto il tempo dedicato alla visione di questo tedioso ‘Vi presento Toni Erdmann’.
Riesce nell’intento di non risultare ‘didascalico’ (almeno questo) e nell’eccessiva ricerca di non strafare si perde in mille rivoli di pseudo-autorialità.
Mai coraggioso dal punto di vista tecnico avrebbe dovuto nobilitarsi, almeno qualcuno lo aveva rilevato, per un efficace piano sequenza di stampo ‘naturalistico’ verso il finale del film (passato liscio-liscio senza sorprendermi).
Se dovessi catalogare questa operazione sarei in difficoltà!
Mi riesce dire cosa non è:
non è una commedia, non è un drama, non è comico, non è una critica alla società capitalistica, non è un film d’autore (manca di elementi caratterizzanti), non è uno studio antropologico nel rapporto padre e figlia, ecc. ecc..
Io che sono amante nel trovare le assonanze con altri film, vedendo quest’ultimo, l’ho paragonato a ‘Idioti’ di Lars Von Trier.
Tanto indolore ‘Toni Erdmann’, quanto ‘vitale’, corrosivo e politically-uncorrect il film del regista danese.
E’ proprio al cospetto di pellicole come quella insipida tedesca che la grandezza del Cinema di Lars Von Trier è più evidente.
Coraggioso e ‘indecente’ quello di Trier, misero e contenuto quello di Maren Ade.
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