Trama
Senza preavviso, il sessantacinquenne Winfried si reca in visita dalla figlia Ines, che vive a Bucarest e lavora come consulente aziendale. Poiché si convince che Ines abbia perso il suo senso dell'umorismo, inizia a sorprenderla con una serie imprevista di scherzi e battute, a partire dalla sua totale trasformazione in Toni Erdmann. Presentandosi con un aspetto irriconoscibile e con un'offerta lavorativa che Ines non può rifiutare, tra i due nascerà un inaspettato legame: tanto più si tratteranno male quanto più si avvicineranno.
Approfondimento
VI PRESENTO TONI ERDMANN: I CONFLITTI TRA PADRE E FIGLIA
Diretto e scritto da Maren Ade, Vi presento Toni Erdmann racconta la storia di Winfried, insegnante di musica che non vede da molto tempo la figlia Ines, oberata dal lavoro, e che decide di raggiungerla per farle una sorpresa. Il suo gesto, però, si rivela azzardato: Ines sta lavorando a Bucarest a un importante progetto a cui dedica tempo, dedizione e serietà. Il cambiamento geografico, inoltre, non aiuta i due a relazionarsi come si dovrebbe. Winfried, vero burlone, ama infastidire la figlia con scherzi banali ma la giovane donna non ha tempo per qualcosa che esuli dalla sua routine lavorativa. Padre e figlia arrivano dunque a un punto di non ritorno e, seppur a malincuore, Winfried accetta di ritornarsene a casa in Germania. Poco dopo la sua partenza, nella vita di Ines fa la sua comparsa lo strambo Toni Erdmann, che altri non è che il padre Winfried sotto mentite spoglie. Con un cappello di cattivo gusto, una strana parrucca e curiosi denti finti, Toni irrompe nella vita professionale di Ines spacciandosi come il life coach della compagnia per cui lavora. Ha inizio così un audace tira e molla che permetterà a Ines di capire di dover trovare posto nella sua vita per l'eccentrico genitore.
Con la direzione della fotografia di Patrick Orth, le scenografie di Silke Fischer e i costumi di Gitti Fuchs, #Vi presento #Toni Erdmann viene così presentato dalla regista in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Cannes 2016: «Tutti i miei film hanno uno spunto di partenza autobiografico. Quando poi si parla di famiglia, è impossibile in fase di scrittura sfuggire alla propria esperienza: non c'è niente che si conosca meglio delle proprie origini. Si ha una sola famiglia e il rapporto tra genitori e figli è qualcosa che segna per tutta la vita e da cui non si può scappare. Ed è questo il fulcro di Vi presento Toni Erdmann#. Ines, la figlia, pensa che la famiglia in cui è cresciuta non abbia più rilevanza nella sua esistenza. Tutti sono intrappolati in ruoli già assegnati e le interazioni tra i componenti rispondono a rigidi modelli, quasi rituali, da cui nessuno può esimersi.
La trasformazione di Winfried in Toni non è altro che un coraggioso tentativo di rompere lo schema del rapporto padre-figlia. Toni è frutto della sua disperazione. L'umorismo spesso è la chiave per affrontare una situazione tragica e come tale è figlio del dolore: Winfried non è riuscito a ristabilire un contatto con la figlia e ha cercato invano di ridefinire il contatto con lei. Ha però perso e, mosso dal desiderio di starle vicino e dal risentimento che inevitabilmente prova nei suoi confronti, trova una curiosa via di uscita presentandosi sotto le mentite ed esuberanti spoglie di Toni. L'umorismo è l'unica arma a sua disposizione e vuole approfittarne. Ciò comporta la nascita di qualcosa di molto duro: Ines, del resto, è un osso duro ed egli è costretto a "parlare" l'unico linguaggio che la giovane donna capisce.
Ines lavora in un campo dominato dagli uomini e ciò rende i suoi conflitti prettamente contemporanei. Ha iniziato la sua carriera convinta che autodeterminazione e uguaglianza fossero caratteristiche tipiche della sua generazione, dando per scontato di non avere bisogno di far ricorso a idee femministe oramai obsolete. Non era mia intenzione criticare il mondo degli affari ma tale ambiente, dominato ancora dal sessismo, mi serviva per mostrare meglio la psicologia del personaggio.
Il conflitto tra padre e figlia ha anche valenza politica. Winfried ha combattuto tutta la vita per garantire alla figlia la fiducia e lo spirito indipendente di cui aveva bisogno per farsi strada nel mondo. Ines, invece, ha scelto di vivere un'esistenza molto lontana dagli ideali che il padre ha instillato in lei da bambina, optando per un campo lavorativo molto conservatore e orientato alle prestazioni. La libertà per cui la generazione di Winfried ha lottato ha spianato la strada a un capitalismo sfrenato in cui il profitto è lo scopo di tutto. Nonostante sembri ormai rassegnato al modo diverso di vedere le cose, Winfried lascia riaffiorare il suo vecchio essere ribelle nelle vesti di Toni».
Trailer
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- Premio FIPRESCI (concorso) al Festival di Cannes 2016
Commenti (13) vedi tutti
Tedioso, irritante, insopportabile; ma vfc a regista, attori, produttori e compagnia !! Voto 0 (zero)
commento di stokaiserQualcuno ha accostato questo film all’irriverente scultura di Cattelan prospiciente il Palazzo della Borsa a Milano: un dito medio che protendendosi dal dorso di una mano sembra indicare la necessità che un’ ironia graffiante metta in forse il nuovo “Verbo”, ovvero il neo-liberismo che dell’economia finanziaria si serve senza scrupoli.
leggi la recensione completa di laulillaTanta morale per una commedia intelligente (peccato che eccede in durata)
leggi la recensione completa di siro17Film solido e interessante, più dramma che commedia, originale e raffinato, anche se un tantino prolisso.
leggi la recensione completa di Furetto60E' un film delizioso e spietato, che con passo leggero e profonda amarezza parla di ciò che conta realmente nella vita.
commento di leoposnerUn bel film,lungo,che si dipana tra sbalzi d'umore uniti a una voracita' di vivere,due grandi interpreti,da non perdere assolutamente,voto 8.5.
commento di ezioMai incisivo, mai emozionante. Glaciale e profondamente teutonico.
leggi la recensione completa di starbookFare della propria vita una finta commedia surreale, basterà per sopravvivere? Più che qualche risata forzata Vi presento Toni Erdmann incupisce e fa riflettere sul tempo perduto. L’attualità corre troppo per essere fermata.
leggi la recensione completa di KurtisonicEntrambi vittime, Winfred e Ines, ed entrambi carnefici, Maren Ade è spietatamente lucida nel distribuire i ruoli. Fino al punto d’incontro, che arriva, va atteso con pazienza, spesso con irritazione.Ma arriva e, come tutto il film, non consola né dispera, come la vita, che è solo da vivere, senza però dimenticarsi di farlo.
leggi la recensione completa di yumeCosa deve fare un padre per far tornare la luce negli occhi appannati e offuscati dal senso del dovere e dall'arrivismo della figlia? Trasformarsi nell'eccentrico Toni Erdmann, dentatura spiovente e capello sciolto, ironico demolitore dei falsi miti della società di chi crede di contare- Un film spassoso ed esilarante che incolla allo schermo.
leggi la recensione completa di alan smitheeLui è uno sgradevole prodotto della fantasia. Ma è più umano ed autentico di tutti gli altri.
leggi la recensione completa di OGMcommedia realistica a sfondo sociale (come l'avesse diretta un Edgar Reitz scanzonato e surreale) insolita e spiazzante, con due attori in stato di grazia. 162 minuti sono tantini e, nonostante la durata, alcune situazioni sono paradossalmente solo abbozzate, ma la sottile follia che pervade il film non può che rendercelo simpatico.
commento di giovenostaUn piacevole film dalla Germania, capace di toccare le corde dell'animo agendo per vie che non ti aspetteresti.
leggi la recensione completa di RobocopXIII