Regia di Dorota Kobiela, Hugh Welchman vedi scheda film
A Dorota Kobiola e Hugh Weichman piace vincere facile.Prendere uno dei più grandi pittori della storia, uno dei più riconoscibili, tra coloro che più hanno colpito l'immaginario collettivo, e ricavare un film dai suoi dipinti e dal suo stile è una ricetta di sicuro successo. Ma i due registi non hanno puntato tutto sulla forma, per quanto sontuosa, ma hanno tessuto una vicenda, e sta qui la sorpresa, del tutto credibile e convincente, puntando l'obiettivo sulle teorie alternative che riguardano la morte di Van Gogh, che presenta alcuni lati oscuri. Il titolo del film è fuorviante, e lascia un po' perplessi, ma il vero significato viene però svelato alla fine, ed è un'altra gemma da incastonare sul consuntivo di questa imperdibile pellicola. Una ricostruzione storica ineccepibile, un cast di altissima qualità e di conseguenza interpretazioni soddisfacenti, una buona sceneggiatura, una veste grafica brillante, il fascino di Vincent Van Gogh, una indovinatissima colonna sonora con l'opportuna perla di Don McLean sui titoli di coda non sono valsi però a convincere i membri dell'Academy che hanno preferito assegnare l'Oscar ad un film indigeno, Coco, guarda caso di Disney e Pixar. Ma si sa, a volte non è il miglior giocatore a vincere il Pallone d'Oro.
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