Regia di Thomas Vincent vedi scheda film
Paul Sneijder è l'unico sopravvissuto in seguito ad un terribile incidente a causa del quale l'ascensore su cui stava transitando, si è trovato a precipitare nel vuoto dall'alto di un grattacielo.
Tra le vittime pure la sua amata figlia primogenita, avuta dalla prima moglie, morta pure lei da tempo.
Il giorno in cui l'uomo, reso storpio dall'incidente, si reca mestamente e da solo a ritirare l'urna con le ceneri della propria cara, qualcosa improvvisamente cambia in lui: capisce che è giunta l'ora di fare ciò che veramente desidera, ed è l'ora di capire che razza di donna insensibile è la sua attuale fedifraga consorte, e che grado di freddezza ella è riuscita a trasmettere agli altri suoi figli maschi, tutti approfittatori, viziati e vuoti dentro.
Approfittando dell'invalidita' permanente causatagli da quella tragedia, l'uomo troverà la forza di rimettersi in gioco e tornare ad emozionarsi, occupando il nuovo tempo libero ormai per lui dilagante lungo tutta la giornata, facendo il "dog sitter", circondato in tal modo da esseri viventi più leali ed in grado di manifestare nei suoi confronti affetti piu' sinceri e disinteressati della falsità che regna indisturbata a casa propria.
La quasi-favola moderna del regista canadese Thomas Vincent, tratta dall'omonimo romanzo di Jean Paul Dubois, è soprattutto una occasione ghiotta e propizia per fornire ad un brillante attore francese, forse un po' sottotono o sottoutilizzato ultimamente come Thierry Lhermitte, l'occasione per tornare a farsi vivo, forte di un ruolo che avrebbe fatto gola a molti suoi coetanei altrettanto noti.
Lo affianca con efficace freddezza, coerente col clima metereologico canadese che ne fa da contorno alla vicenda, la valida Geraldine Pahilas, moglie calcolatrice che specula su un dolore non suo pensando unicamente al proprio tornaconto e a quello dei suoi pretenziosi e viziati giovani figli maschi.
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