Regia di Lamont Johnson vedi scheda film
Il fatto che sia prodotto da una tribù Apaches, fa del film una scheggia trasversale, forse impazzita, della produzione western dei '70 che già di loro erano eversivi in materia per definizione. "A Gunfight" ovvero il nostro "Quattro Tocchi di Campana" con un granitico Kirk Douglas e uno sciupato, malinconico e decadente Johnny Cash, non è allineabile con i grandi titoli western di Peckinpah che a cavallo tra i '60 e i '70 scardinavano il mito per crearne un'altro, antitetico e ugualmente mitico, però ha il pregio di essere sporco, essenziale nella focalizzazione del duello, un motivo tipico western molto bistrattato in epoca di revisionismo. Anche Clint Eastwood trova stupido che due tipi si trovino uno di fronte all'altro per secondi interminabili prima di far secco l'altro. Il regista di "Unforgiven" pensa piuttosto, e giustamente, che nella realtà era forse diversa la cosa, molto più spiccia e sbrigativa. Fatto sta che anche negli Spaghetti-Western molti duelli, non in Leone, sono stati decontestualizzati ed inseriti magari in luoghi chiusi, bui, claustrofobici, oppure il finale arriva in modo imprevisto, con una morte troppo virtuosa, bizzarra solo per allontanarsi dal modello originale. Credo invece, e film come "Quattro Tocchi di Campana" lo dimostra, che il duello come lo conosciamo noi, mitico, epico e tragico, sia il centro di tutto il racconto western, non solo in termini di modulazione narrativa, ma anche in termini di sottotesti: "Mezzogiorno di Fuoco" insegna. Ci troviamo quindi di fronte ad una pellicola che fa della gunfight del titolo originale il centro del film, teorizzandoci intorno.
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