Trama
La professoressa Deborah Lipstadt intraprende una battaglia legale tesa a far luce sulla verità storica che David Irving, storico negazionista, continua a rifiutare. Accusata di diffamazione a mezzo stampa, Deborah e il suo team di avvocati sono chiamati a dimostrare la realtà dell'Olocausto per difendersi dall'accusa.
Approfondimento
LA VERITÀ NEGATA: IL PROCESSO CONTRO LA LIPSTADT
Diretto da Mick Jackson e sceneggiato da David Hare, La verità negata racconta la vera storia di Deborah Lipstadt, una professoressa americana di storia ebraica (alla Emory University di Atlanta) che si ritrova imputata in un processo britannico per diffamazione destinato ad avere un forte impatto sul modo in cui viene raccontato l'Olocausto. Dopo la pubblicazione nel 1993 del suo libro Denying the Holocaust: The Growing Assault on Truth and Memory (Negare l'Olocausto: Il crescente assalto alla verità e alla memoria), Deborah Lipstadt è scioccata dall'apprendere che lo scrittore e storico britannico David Irving, prolifico autore di volumi sulla Seconda guerra mondiale, l'ha citata in giudizio per diffamazione. Ancora più sorprendente per il mondo accademico americano è che, secondo le leggi sulla diffamazione in vigore nel Regno Unito, venga considerata colpevole a meno che non riesca a dimostrare la propria innocenza. Deborah si ritrova così non solo a doversi difendere ma anche a dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che l'Olocausto ha avuto effettivamente luogo. Con passione, ardore e fiera indipendenza, rifiuta il patteggiamento e chiede che il processo abbia luogo. Nonostante le solide argomentazioni raccolte contro la professoressa, il team di avvocati inglesi della Lipstadt, guidato dal procuratore legale Anthony Julius e dall'avvocato Richard Rampton, presentano una strategia di difesa fuori dal comune: né Deborah né i sopravvissuti all'Olocausto saranno chiamati a deporre (per evitare loro l'umiliazione, si appellano a processi precedenti secondo cui i sopravvissuti non ricordano esattamente tutti i dettagli per via della situazione di rischio in cui si trovavano).
Con la direzione della fotografia di Haris Zambarloukos, le scenografie di Andrew McAlpine, i costumi di Odile Dicks-Mireaux e le musiche di Howard Shore, La verità negata si basa sul volume autobiografico della stessa Lipstadt (History on Trial: My Day in Court with a Holocaust Denier) ed è il resoconto dei suoi sforzi incessanti messi in atto per ristabilire la giustizia e ricordare al mondo intero la tragedia della Shoah, negata da più parti di quanto si pensi come dimostrano i documenti in farsi, arabo, russo e turco, raccolti dalla professoressa. "Le storie come quella della Lipstadt sono insolite nel panorama del cinema mainstream americano. Sono più vicine semmai alla sensibilità delle produzione della BBC e questo è il motivo per cui abbiamo scelto come sceneggiatore inglese David Hare, che ha ricevuto una nomination agli Oscar per il suo adattamento di The Reader di Bernhard Schlink (romanzo che ruota attorno a un processo per crimini di guerra nazisti)", dichiarano i produttori. Per la sceneggiatura, Hare ha cercato di definire la verità storica oggettiva dei fatti, in modo da evitare l'accusa di distorcere la realtà: per raggiungere il suo intento, ha setacciato le 333 pagine della sentenza del giudice Charles Gray e le trascrizioni ufficiali del tribunale in cui si è tenuto il processo, durato quasi 40 giorni. A Hare preme sottolineare anche come non abbia fatto di Irving un antisemita: "Il vero mistero per me è il motivo per cui Irving abbia denunciato la Lipstadt e il suo editore. La verità negata però non si concentra sulla sua psicologia, dal momento che ho scelto di rappresentarlo con il punto di vista de Deborah. Per descriverlo, mi sono basato solo su quello che si trova negli atti pubblici depositati in tribunale".
Il cast
A dirigere La verità negata è il regista Mick Jackson, regista inglese che deve gran parte della sua notorietà alla regia di Guardia del corpo, film cult con Kevin Costner e Whitney Houston, e del tv movie Temple Grandin. Tornato al cinema dopo molte regie televisive, Jackson spiega cosa lo ha affascinato del… Vedi tutto
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Commenti (8) vedi tutti
Con tutto il rispetto per il tema, sul quale è doveroso non scherzare, per i miei gusti è troppo "parlato", al punto di diventare farraginoso. Stoppato dopo 30 minuti.
commento di Roberto MorottiStoria interessante ma film non troppo avvincente. Ma quanto son strani gli inglesi!?
commento di Artemisia1593Ennesima tappa cinematografica dedicata alla shoah, il film ha il merito di portarci nel campo di sterminio di Auschwitz insieme alla squadra di avvocati alla ricerca di prove per dimostrare che l’olocausto non è stata un’invenzione del popolo ebraico con fini politico-economici. Qualche debolezza nella sceneggiatura toglie poco a un film da vedere
commento di gerkotaFilm doveroso, ci mancherebbe, contro l'ignoranza che dilaga, l'unico neo è il personaggio della Lipstadt durante gli alti e bassi del processo, da augurarsi che perdesse l'uso della parola da gran che è emotiva e irragionevole. Per fortuna c'è Tom Wilkinson.
commento di frasierFilm che riporta fedelmente i fatti senza edulcorarli o romanzarli (e forse per questo appare poco avvincente). Comunque interessante e da vedere. Bravissimi gli attori.
commento di Aiace68Può senz'altro essere interessante ma, come film, dice poco, non emoziona.
commento di ndsNecessario e anche istruttivo ma un po' farraginoso nell'impianto narrativo. Il film regala infatti poche emozioni (a me in particolare, forse perchè sapevo già come sarebbe andata a finire). Al "negazionista" Salvini, un altro che nega l'evidenza (anche se su altro fronte)dovrebbe essere fatto vedere come cura Lodovico.
commento di (spopola) 1726792Il film mi è parso veramente appassionante, per nulla noioso come temevo, ma soprattutto stimolante sotto l’aspetto dell’attenzione e della compartecipazione emotiva. Merito decisamente dovuto alla ottima regia e alla straordinaria bravura attoriale dei tre protagonisti.
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