Regia di Raoul Walsh vedi scheda film
"Se avessi solo 4 uomini come te Roy, lavorare sarebbe una favola", dice Doc, vecchio socio in affari che si prende il disturbo di pagare la cauzione e farlo uscire di prigione per commissionargli un nuovo colpo.
La lunga corsa verso la libertà di Roy Earle (Bogart) inizia nella prima bellissima scena , quando , appena uscito dal carcere, si riempie gli occhi di cielo e delle nuvole , spinto da un irrefrenabile moto di libertà che lo perseguiterà fino alla fine.
Walsh dirigse con notevole impeto ed arguta perizia tecnica la storia del bandito Roy Earle, delle sue donne, dei suoi complici, e di una rapina cominciata male e finita peggio, soprattutto della sua cocciutaggine morale, un chiaro/scuro dell'anima reso in maniera davvero fascinosa.
Il film funziona egregiamente non solo per la sceneggiatura calibrata di Houston, attenta ad evitare ogni possibile rigurgito di retorica, ma soprattutto per l'ottima interpretazione di Bogey, che riesce a dare spessore al suo personaggio, imprimendogli una sottile ambiguità di fondo ed affrancandolo da un cliché che vedeva, almeno fino a quel momento, la figura del rapinatore in maniera molto banale e stereotipata.
Roy Early è un uomo d'altri tempi , sensibile all'amore come alla morte, di cui non ha nessuna paura (" tu corri verso la morte", gli dice il socio) , ossessionato da un pensiero che insegue e trasforma in un ideale: la libertà.
Braccato dalla polizia di due stati lungo un funambolico e spericolato inseguimento nell'alta sierra (da cui il titolo originale, High Sierra) che occupa gli ultimi 20 meravigliosi minuti di film, rimarrà consapevolmente fedele ai suoi valori fino al tragico epilogo , servitogli da un cane porta sfortuna , che si compirà senza pietà fra le rocce nude e crude del Canyon.
"Mi aveva detto che era evaso. Che vuol dire quando uno evade?" Chiede Mary (una Ida lupino mai così bella) seconda scelta e compagna di viaggio di Roy, piangendo nel triste finale.
Un giornalista li vicino le risponde "Vuol dire che è libero".
Perché la mancanza di libertà , quello sì che fa paura , molto più delle pallottole.
Che film!
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