Regia di Raoul Walsh vedi scheda film
Un criminale che esce di galera, progetta una rapina ma sotto sotto avrebbe voglia di cambiare vita; due pivelli che si beccano fra loro come galli in una stia e si capisce subito che faranno una brutta fine; una pupa che viene contesa dai pivelli ma che ha già fatto la sua scelta, anche se lui dice di non volerla tra i piedi; una brava ragazza che si rivela non essere poi così brava, anzi un tantino stronza; un cagnolino che porta sfortuna. Il criminale vuole vedere nella brava ragazza l’occasione della propria rinascita: perciò le paga un’operazione per rimettere a posto il piede malformato, illudendosi che questo basti a far sì che lei lo ricambi (eppure lo zio glie lo aveva detto, lei è già mezzo fidanzata). Quando conquista l’amara consapevolezza che per lui nessuna rinascita è possibile, che l’unica persona a non essergli un’estranea è la pupa, accetta il suo destino; ma al termine della strada lo aspetta quel cagnolino che porta sfortuna. Insieme a Il mistero del falco e Casablanca, è uno dei film che nei primi anni ’40 hanno costruito il mito di Bogart (che qui il trucco fa sembrare più vecchio) dopo tanti ruoli da cattivo senza spessore: detective o avventuriero o criminale, il suo personaggio ha una coerenza e un rigore morale che lo distinguono dagli altri e lo fanno amare senza riserve. Ida Lupino è una degna complice.
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