Regia di Yilmaz Güney, Serif Gören vedi scheda film
La tristezza ha innumerevoli tonalità, diverse facce; come i fiori, gli uccelli, i venti.
Io, con l'aiuto di alcuni amici a me vicini, ho cercato di spiegare la TRISTEZZA, l'AMORE, l'AMAREZZA; anche se alcuni l'hanno trovato incomprensibile e impossibile. Con queste parole Yilmaz Guney spalanca le porte di YOL allo spettatore su una Turchia in preda alle contraddizioni. Lacerata da conflitti interni. In preda ad un isterico ed opprimente stato di polizia. Attraversato in lungo e in largo da tradizioni rigide e maschiliste specialmente nei minuscoli villaggi rurali.
La pellicola trasuda di vita vissuta e l'atmosfera è pesante. La tristezza è forte, ma anche i sentimenti di amore e amicizia riescono a ritagliarsi più di uno spazio in questo ambiente ostile. I protagonisti sono 5 detenuti in permesso che si recano dalle proprie famiglie. Guney spalanca loro le porte del carcere e così facendo ci porta all'interno di una Turchia che pare anni luce lontana da quell'Europa che oggigiorno insegue.
Scritto in carcere dallo stesso Guney e girato dal suo aiuto Serif Goren; montato dallo stesso regista in Svizzera durante la sua fuga in seguito ad un permesso premio.
Palma d'Oro a Cannes nel 1982.
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